La storia e i segreti del quartiere governativo di Berlino
Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)
Un milione e mezzo di metri cubi di cemento, 240 metri cubi all’ora, consegnati just-in-time dalla ditta appaltatrice al cantiere del nuovo quartiere governativo. Il materiale, trasportato sul fiume Sprea e scaricato in un porto appositamente costruito, proseguiva poi su camion muniti di GPS che arrivavano direttamente dove era necessario. Un sistema di tunnel che collega gli edifici fra di loro e permette le consegne giornaliere di articoli di cancelleria, viveri e bevande per la gastronomia, materiale vario, l’accesso ai mezzi della nettezza urbana senza interferire sul traffico locale.
Una stazioncina periferica della metropolitana trasformata nella più grande e più moderna stazione di attraversamento d’Europa su cinque piani, uno per i binari dell’asse est-ovest, uno per i binari dell’asse nord-sud e tre piani intermedi con 15.000 m2 di negozi e ristoranti e 44.000 m2 di uffici. Il concetto architettonico, anche se non interamente realizzato, comprende un allineamento di edifici che si estendono all’interno dell’ansa del fiume Sprea e, con un ponte pedonale a due piani, lo attraversa dove, durante la guerra fredda, le due parti della città erano divise.
La struttura del quartiere governativo di Berlino
In testa alla sequenza, la nuova Cancelleria, otto volte più grande della Casa Bianca a Washington, sistemi di riscaldamento, aria condizionata, fornitura elettrica, strettamente ecologici con le tecniche più avanzate, 300 uffici, mensa, sala per le conferenze con rappresentanti di Stati esteri con 32 posti a sedere, cabine dei traduttori, sala stampa con tribuna e duecento posti per i giornalisti, grande sala per i ricevimenti, un intero piano (di otto) per gli uffici del/la Cancellier*, l’ultimo piano con appartamento privato.
La nuova cancelleria, dai berlinesi ribattezzata “la lavatrice” per le vistose soluzioni architettoniche circolari, non è nata priva di polemiche. Troppo costosa, troppa distanza da percorrere tra un settore e l’altro, troppo imponente, al punto da sminuire l’importanza architettonica del vicino Parlamento.
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A seguire, verso est, la Paul-Löbe-Haus, un edificio di 61.000m2 con 1.700 stanze utili allo svolgimento di tutte le funzioni del Parlamento senza intoppi, gli uffici dei parlamentari, sale di riunione, uffici delle commissioni e gli uffici che regolano e organizzano le visite al Parlamento. Sull’altra sponda della Sprea, sul territorio della ex Berlino-Est, collegata con un ponte pedonale a due piani accessibile al pubblico, si trova infine la Marie-Elisabeth-Lüders-Haus, biblioteca, archivio, centro di documentazione al servizio dei parlamentari, ma anche la sala per le riunioni plenarie delle commissioni d’inchiesta, la seconda sala più grande dopo quella del Parlamento.
Una storia movimentata
Testimoni della Storia, sono rimasti sulla spianata del quartiere governativo, l’ambasciata svizzera, risparmiata dai bombardamenti e dalle vicende belliche, e il Reichstag (oggi Bundestag). Inaugurato alla fine del diciannovesimo secolo dopo la proclamazione dell’Impero e del primo Kaiser, Wilhelm I, l’architetto Paul Wallot realizzò un edificio rappresentativo che potesse ospitare il Parlamento utilizzando elementi rinascimentali, barocchi e classicistici.
Severamente danneggiato da un incendio nella notte fra il 27 e il 28 febbraio 1933, diede il pretesto a Hitler, eletto Cancelliere un mese prima, di dichiarare lo stato di emergenza, cancellare una serie di libertà individuali, perseguire l’opposizione. Per l’incendio venne arrestato l’olandese Marinus van der Lubbe, marxista internazionalista, condannato a morte e ghigliottinato meno di un anno più tardi. Utilizzato per altri scopi durante il periodo nazista, i soldati russi innalzarono la bandiera rossa sul tetto mentre i sotterranei erano ancora teatro di una cruenta battaglia fra reparti sovietici e tedeschi.
Completamente rifatto dopo la caduta del muro, viene di nuovo utilizzato come sede del Parlamento della Germania riunita a partire dal 19 Aprile 1999. Un accenno merita anche un edificio poco appariscente alle spalle del Reichtag. Lo stesso Wallot realizzò qui il Palazzo destinato al Presidente del Reichtag con l’ingresso d’onore rivolto verso la Sprea. Residenza di Hermann Göring durante il nazismo, Istituto del Marxismo-Leninismo presso il Comitato Centrale del SED durante il periodo della ex DDR, è oggi sede della Deutsche Parlamentarische Gesellschaft, un club strettamente privato per i circa 600 parlamentari iscritti.
Non si tratta quindi di un edificio governativo, l’ingresso è riservato ai soli soci, trasversali fra i partiti, lontano da occhi indiscreti. Fra l’altro, dopo ogni elezione politica, è qui che, su comode poltrone, si patteggia la composizione del nuovo Governo, la distribuzione dei Ministeri, la traccia del nuovo programma politico. Niente stampa, niente TV, riservatezza assoluta. Un vero e proprio pozzo di San Patrizio per i complottisti.
Come arrivare al quartiere governativo: U5; Bus 100. Sconsigliata l’automobile. Buona passeggiata.
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