Condannato a 5 anni 101enne ex guardiano del campo di concentramento di Sachsenhausen

condannato a 5 anni
L'ingresso del campo di concentramento di Sachsenhausen. Photo credits: Roger Veringmeier, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

È stato condannato a 5 anni di carcere il 101enne accusato di aver lavorato per le SS nel campo di concentramento di Sachsenhausen, circa 35 km a nord di Berlino.

L’imputato, che si definisce innocente, si prepara a fare appello contro la sentenza. La decisione del tribunale contro il ricorso è prevista non prima dell’anno prossimo.


101 anni

Leggi anche:
Ex guardiano delle SS di 101 anni a processo: il pm chiede 5 anni di carcere

Ex guardiano di campo di sterminio condannato a 5 anni: si professa innocente e annuncia l’appello

Era accusato di aver lavorato per le SS come guardiano del campo di concentramento di Sachsenhausen, l’uomo condannato a 5 anni dal tribunale regionale di Neuruppin. La conferma della condanna è arrivata lunedì, dallo stesso tribunale. L’uomo, che ha 101 anni, si professa innocente e sostiene di aver non aver mai lavorato come guardiano, ma come bracciante agricolo.

Lo inchioderebbe, però, la presenza dei suoi dati personali all’interno della documentazione del campo, che comproverebbe un rapporto di lavoro come addetto alla vigilanza all’interno di quella che era la macchina di morte di Sachsenhausen. Il tribunale lo ha dunque definito non credibile, nelle sue rivendicazioni di innocenza. L’uomo è stato accusato di aver favorito, con la sua attività, l’omicidio di oltre 3.500 prigionieri del campo.

Il condannato si professa innocente e annuncia il ricorso

Il difensore dell’imputato, Stefan Waterkamp, ha annunciato il ricorso sottolineando come la Corte di Giustizia federale (BGH), che dovrà esprimersi su caso, non abbia in passato considerato la semplice attività di sorveglianza in un campo di concentramento come un motivo sufficiente per una condanna per favoreggiamento dei crimini nazisti. Ha quindi aggiunto che nel processo non sarebbero state fornite prove concrete contro l’imputato, relativamente al contestato omicidio degli internati.

Il condannato ha un mese di tempo per presentare il suo ricorso, sul quale deciderà la Corte di giustizia federale (BGH). Se il ricorso verrà accettato, si tornerà davanti al giudice di merito per un nuovo processo. Se invece dovesse essere rigettato, la sentenza passerà in giudicato e a quel punto diventerà cruciale giudicare se l’uomo sia o meno compatibile con il carcere.

P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!