Arrestato in Iran il vincitore della Berlinale 2020, Mohammad Rasoulof: è da tempo sgradito al governo
È stato arrestato in Iran il regista Mohammad Rasoulof, noto anche per aver vinto l’Orso d’oro alla Berlinale del 2020.
Mohammad Rasoulof è accusato di aver “fomentato disordini” e ancora una volta, non la prima, finisce nel mirino del governo.
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Lo sfondo in cui è maturato l’arresto del regista, segue il terribile crollo di un grattacielo, verificatosi il 23 maggio di quest’anno nella città di Abadan, al confine con l’Iraq. Il crollo ha causato 43 vittime e moltissimi altri feriti e ha generato una serie di infuocate proteste, che il governo ha represso con la massima severità.
In una lettera aperta firmata insieme ad altri registi iraniani, Rasoulof ha chiesto alle autorità di “deporre le armi” di fronte a “corruzione, furto, inefficienza e oppressione”, nella valutazione della terribile tragedia.
La risposta del governo è stata, a quanto pare, l’arresto dell’uomo. Dietro le sbarre, insieme a Mohammad Rasoulof, è finito anche il suo collega Mostafa Al-Ahmad. Secondo l’agenzia di stampa iraniana Irna, i due avrebbero “fomentato disordini e disturbato la sicurezza psicologica della società”.
We are horrified by this news and strongly condemn the Iranian authorities for their arrest of our friend and colleague Mohammad Rasoulof (There Is No Evil, Manuscripts Don't Burn) and fellow filmmaker Mostafa Al-Ahmad. pic.twitter.com/KgHzQ0zOZ4
— Kino Lorber (@KinoLorber) July 8, 2022
Il luogo in cui al momento sono detenuti i due uomini non è ancora noto, come confermato su Twitter da Kaveh Farnam e Farzad Pak, due dei produttori di Rasoulof. L’Associated Press ha riferito inoltre che l’arresto sarebbe collegato ad alcuni post pubblicati dai due registi sui social media, che contenevano critiche alla violenza della polizia.
D’altro canto, il rapporto di Rasoulof con il governo iraniano è sempre stato problematico. Già nel 2017 al regista era stato vietato di girare film e viaggiare fuori dal Paese, perché accusato di promuovere istanze anti-sistema. Per questo, quando Rasoulof aveva vinto l’Orso d’Oro alla Berlinale del 2020 con il film “Il male non esiste”, a ritirare il premio in sua vece era stata sua figlia Baran, protagonista della pellicola. Il regista si era allora collegato con Berlino in video-chat.
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