A partire da giovedì mattina, la Russia ridurrà sensibilmente le forniture di gas alla Germania. Lo ha annunciato mercoledì la compagnia russa Gazprom, che ha precisato che pomperà solo un massimo di 67 milioni di metri cubi di gas al giorno attraverso il gasdotto Nord Stream 1.
Martedì scorso, Gazprom aveva già annunciato una riduzione fino a 100 milioni di metri cubi di gas al giorno, pari al 60% del volume giornaliero di 167 milioni di metri cubi di gas previsto inizialmente. E a quanto pare ora rilancia verso il basso.
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Il gasdotto Nord Stream 1 è il principale strumento di approvvigionamento di gas russo, per la Germania, anche considerando che il gasdotto Nord Stream 2 non è mai entrato in funzione, proprio perché bloccato a causa del conflitto in Ucraina.
Il colosso energetico russo ha giustificato la riduzione sulla base di un presunto ritardo nei lavori di riparazione di una delle turbine di pompaggio da parte della Siemens Energy, ma il ministro dell’economica tedesco Robert Habeck è di ben altro avviso e pensa che la manovra sia politica e la giustificazione addotta nient’altro che una scusa. “Si tratta ovviamente di una strategia per turbare e far salire i prezzi” ha ribadito Habeck, ricordando anche il precedente della riduzione delle forniture attuata per colpire Bulgaria, Polonia e Danimarca. Senza contare le sanzioni del Cremlino subite da Gazprom Germania, ex controllata di Gazprom e attualmente supportata dallo stato tedesco, pronto a versarle miliardi di aiuti.
Habeck ci tiene comunque a rassicurare la popolazione sul fatto che al momento non ci sia “alcun problema di approvvigionamento”, nonostante la diminuzione delle forniture. Si porrà comunque un problema di stoccaggio in vista del prossimo inverno, visto che i relativi impianti sono al momento pieni al 56%. Il consiglio del ministro dei Verdi è risparmiare energia, “e naturalmente intraprenderemo anche un’azione di governo, se sarà necessario”.
Anche l’Italia subisce una riduzione delle forniture
Problemi anche sul fronte italiano, anche se in misura minore. La società energetica italiana Eni ha annunciato che Gazprom ha tagliato il 15% delle forniture, senza fornire spiegazioni.
Intanto, aumenta ovviamente il prezzo del gas. Ieri pomeriggio, sul mercato virtuale per lo scambio del gas olandese TTF, che è uno dei principali riferimenti per le negoziazioni sul gas in Europa, il gas naturale da consegnare a luglio costava 108,6 euro per megawattora, rispetto ai 97 euro del giorno precedente. La causa dell’impennata è sicuramente la manovra russa, ma di sicuro ha contribuito anche l’esplosione dello stabilimento di Freeport, in Texas, uno dei più grandi impianti di liquefazione di gas naturale negli Stati Uniti. L’impianto potrebbe rimanere fuori uso fino a settembre.
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