Dorotheenstädtischer Friedhof – L’antologia della Sprea-River

Foto di Stefano Comi
Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)

È possibile aver letto l’Antologia di Spoon River, il capolavoro di Edgar Lee Masters, e aver dimenticato la sottile malinconia nei racconti dei personaggi che hanno trovato posto sulla collina? Non credo. Al contrario, per chi lo ha letto ed è rimasto ad occhi aperti con lo sguardo perso a scrutare l’orizzonte, la visita occasionale ad un cimitero non può che risvegliare l’emozione del bisbiglio tremulo che accompagna ogni passo lungo i vialetti ricamati dalle siepi di bosso, angoli di maestosi lillà e abeti solitari. A maggior ragione quando, fra le molte centinaia, a volte maestose, a volte nascoste fra le lunghe file di persone sconosciute, troviamo lapidi che riportano nomi che hanno dato lustro alla città o che ci hanno tormentato negli anni di scuola, quando eravamo costretti ad impegnare la memoria secondo la regola del “quando nacque, dove visse, cosa scrisse”. Il Dorotheenstädtischer Friedhof è uno di questi luoghi.

Foto di Stefano Comi

Gli ospiti illustri del Dorotheenstädtischer Friedhof

Non so se è un caso o la volontà dei posteri, il fatto che qui, una accanto all’altra, ci siano le tombe di Johann Gottlieb Fichte e di Georg Wilhelm Friedrich Hegel e rispettive mogli. Filosofi, maestri indiscussi dell’Idealismo tedesco, seppure con narrative diverse, li immagino al tramonto, quando l’ultimo visitatore ha oltrepassato il cancello d’uscita, l’uno a snocciolare una lunga teoria di tesi, antitesi e sintesi, dove poi la sintesi sarà la tesi di una nuova catena, e l’altro a giurare sulla unità organica della realtà e la dialettica come la sua logica intima.

Foto di Stefano Comi

Chi l’avrà vinta alla fine? Credo che la disputa durerà ancora a lungo. Come dureranno ancora a lungo le liti fra Bertold Brecht, sepolto poco lontano, e uno dei massimi registi delle sue opere, Slatan Dudow che riposa nelle immediate vicinanze. Dudow, sulla scia di Eisenstein, produrrà alcuni dei film più significativi sul proletariato.

Foto di Stefano Comi

Herbert Marcuse, il padre della rivolta studentesca, insegnante di Angela Devis, dopo aver incendiato le assemblee nelle università di Berlino, Parigi, Londra e Roma, licenziato in patria, perseguitato dal Ku Klux Klan e dal Governatore della California Ronald Reagan, finisce il suo cammino qui, e dalla lapide invita i posteri a “Weitermachen”, continuare.


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Foto di Stefano Comi

Forse è all’invito di Marcuse che hanno risposto Christa Wolf e Rudolf Bahro, lei scrittrice, lui filosofo, dissidenti eccellenti della ex DDR, entrambi accolti qui con altre eccellenze politiche, quali il Presidente della Federazione Johannes Rau, renitente alla leva, e Egon Bahr, uno dei massimi architetti della politica Est-Ovest ai tempi della guerra fredda.

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Non ci sono solo politici e filosofi, qui riposa anche Karl Friedrich Schinkel, sommo architetto alla corte prussiana, esecutore di centinaia di progetti fra i quali castelli, chiese, caserme, edifici pubblici, piazze, che ancora stupiscono gli occhi di esperti e profani dell’arte. Anche a Schinkel si è voluto dare un compagno, portando qui il suo studente e successore alla corte degli Hohenzollern, Friedrich August Stüler che, oltre a una lunga serie di castelli, chiese, palazzi in patria, cultore dell’architettura italiana, sarà anche l’autore dei piani per la ricostruzione del palazzo d’inverno di San Pietroburgo, progetto però respinto dallo Zar Nicola I che, allo stile Neo-rinascimentale preferì l’originale barocco.

Foto di Stefano Comi

E a proposito di personaggi di corte, accanto a consiglieri, ministri, generali, l’ultima dimora l’hanno trovata qui anche l’intendente alle foreste, l’orafo e il capo pasticciere. Non mancano industriali che hanno fatto la storia della città, come Friedrich Eduard Hoffmann, l’inventore dei forni circolari per la cottura dei mattoni o Johann Friedrich August Borsig, figlio di un corazziere. Dopo una gioventù inconcludente, assunto come apprendista meccanico, arriverà a fondare una fabbrica di locomotive e poi di cannoni e sarà uno dei più grandi industriali dell’epoca; per i suoi operai istituì una cassa mutua e una cassa di risparmio, una scuola, una mensa e un bagno con piscina. Questo e molto altro fra i viali del Dorotheenstädtischer Friedhof.

Foto di Stefano Comi

Come arrivare al Dorotheenstädtischer Friedhof: U6, Tram 12, M5 Naturkundemuseum; Tram 12, M5, BUS 142 Hannoversche Str.
In automobile digitare sul navigatore: Chausseestraße 126, 10115 Berlin.
P.S.: Una piantina del cimitero si trova in rete o in luogo all’ingresso di Chausseestraße.
Buona passeggiata

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