Schröder lascia anche Gazprom e dichiara “ho rinunciato da tempo alla nomina”
L’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder sembra aver ceduto, almeno in parte, alle forti pressioni alle quali è stato soggetto negli ultimi mesi. I suoi strettissimi rapporti con la Russia – e in particolare con i giganti dell’industria energetica – sembrano infatti allentarsi progressivamente, in una serie di dichiarazioni che servono solo in parte a placare le critiche rivolte al suo indirizzo. Dopo l’abbandono del consiglio di sorveglianza della compagnia petrolifera statale russa Rosneft, infatti, Schröder ha annunciato martedì sera, in un post su LinkedIn, di aver intenzione di rinunciare alla nomina per una posizione equivalente presso il colosso energetico Gazprom, che è a capo del progetto Nord Stream 2. La nomina all’interno del consiglio di sorveglianza di Gazprom era stata offerta a Schröder a febbraio, poco prima dell’inizio delle ostilità in Ucraina: all’epoca il New York Times aveva dato ampia copertura alla figura dell’ex cancelliere, riportando un’intervista nella quale Schröder lasciava aperta la possibilità di accettare l’incarico.
Il conciso post su LinkedIn – unico social utilizzato da Schröder – recita: “Ho rinunciato alla mia candidatura al Consiglio di sorveglianza di Gazprom molto tempo fa. Ne ho informato anche l’azienda. A questo proposito, sono sorpreso dai nuovi rapporti apparsi oggi che affermano il contrario.”
L’abbandono di Gazprom e Rosneft non convince i critici di Schröder: troppo poco, troppo tardi
L’allentamento dei legami di Schröder con la Russia non mette a tacere lo scetticismo di compagni di partito e oppositori, molti dei quali ritengono che l’ex cancelliere abbia fatto troppo poco e troppo tardi e che le sue scelte non siano motivate da un’effettiva presa di distanze dall’operato politico di Vladimir Putin.
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Il Segretario di Stato per le Finanze Florian Toncar (FDP) ha avanzato, in un tweet, l’ipotesi che i recenti abbandoni degli incarichi in Gazprom e Rosneft siano dovuti alla minaccia crescente di sanzioni personali e finanziarie, piuttosto che a una convinzione morale. “Le attività del consiglio di sorveglianza e la discutibile vicinanza a Putin erano incompatibili con i valori Repubblica Federale Tedesca molto prima della guerra di aggressione. Non c’è nulla da elogiare” ha dichiarato Toncar.
#Rosneft, #Gazprom – Gerhard #Schröder kappt einige 🇷🇺Verbindungen. Ob durch Gewissensbisse oder drohende Sanktionen sei dahingestellt. Aufsichtsratstätigkeiten + bedenkliche #Putin-Nähe waren lange vor dem Angriffskrieg mit Werten der BRD unvereinbar. Gibt daran nichts zu loben.
— Florian Toncar (@florian_toncar) May 24, 2022
Gerhard Schröder, la cui stratta amicizia con Vladimir Putin risale al periodo del suo cancellierato, fra il 1998 e il 2005, è stato parco di dichiarazioni sull’intera questione fin dall’inizio della guerra. Da allora, nell’unica intervista rilasciata al New York Times, aveva dichiarato di voler sfruttare questo suo rapporto preferenziale con il leader russo per assumere una funzione di mediazione nella questione ucraina. “Ho sempre rappresentato gli interessi tedeschi. Faccio quello che posso. Almeno una parte si fida di me”. Tale fiducia, al momento, non sembra condivisa dal resto dell’SPD, che ha avviato una procedura di espulsione a carico dell’ex leader.
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