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Pussy Riot, le attiviste anti-Putin a Berlino il 12 maggio. L’evasa Alyokhina dovrebbe essere presente

Ci sono tutte le premesse per un evento storico. Il 12 maggio, al Funkhaus di Berlino, si esibiranno le Pussy Riot, femministe e attiviste russe anti-Putin che negli anni hanno pagato molto caro il loro impegno.

La performance si intitola “Riot days” e si preannuncia ancora più chiacchierata, dopo la recente e rocambolesca evasione di Marija “Masha” Alyokhina. Alyokhina ha eluso i domiciliari travestita da rider, arrivando in Lituania via Bielorussia, e domani dovrebbe essere a Berlino, con il resto del gruppo.

Pussy Riot a Berlino: il tour contro la guerra delle attiviste anti-Putin

Domani, 12 maggio, le Pussy Riot si esibiranno al Funkhaus di Berlino nell’ambito dell’evento “Riot days”. Il concerto segna l’inizio del loro tour contro la guerra che toccherà, tra le altre città, anche Rostock, Amsterdam, Zagabria e Barcellona.

Nadezhda Tolokonnikova, Maria Alyokhina ed Ekaterina Samutsevich sono diventate famose in tutto il mondo dieci anni fa, insieme ai loro passamontagna, alle loro canzoni, al loro linguaggio esplicito e all’attivismo contro il presidente russo, che in Russia le ha portate a vivere per anni come nemiche pubbliche e ad affrontare diversi processi e difficili periodi di detenzione.

Le attiviste hanno guadagnato per la prima volta fama mondiale nel 2012, quando hanno eseguito, nella cattedrale ortodossa di Cristo Salvatore, a Mosca, una preghiera punk anti-Putin, per la quale sono state condannate a due anni per “teppismo motivato da odio religioso”. Tolokonnikova e Aliokhina, all’epoca 22 e 24 anni, hanno scontato la pena in una colonia penale (la Tokokonnikova nel cuore della Siberia), mentre Samutsevich, all’epoca 30 anni, ha ricevuto la libertà vigilata.

In queste ore è evasa Marija Alyokhina. Sarà sul palco di Berlino

Sono seguite denunce di violenze e abusi, scioperi della fame e gli appelli della comunità internazionale, da Amnesty International a capi di Stato dell’epoca, come la cancelliera Angela Merkel e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Le Pussy Riot si sono mantenute comunque attive anche dopo il loro rilascio, continuando a manifestare contro il governo di Putin e a districarsi tra tribunali e sanzioni di vario tipo.

Proprio in queste ore si sta parlando dell’episodio più recente e cioè dell’evasione di Maria “Masha” Alyokhina, che ha appena eluso i domiciliari. Alyokhina si è prima liberata del braccialetto elettronico che consentiva la sua geolocalizzazione, quindi, vestita da rider, è riuscita a sfuggire agli agenti che la sorvegliavano ed è fuggita in Lituania via Bielorussia.

Pare che domani sarà presente a Berlino, sul palco del Funkhaus. L’attivista dovrebbe approdare nella capitale tedesca dall’Islanda. I proventi dello show saranno devoluti ai rifugiati ucraini minorenni.

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