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Razionata l’acqua potabile nel Brandeburgo. Scarseggiano le risorse nella zona dell’impianto Tesla

Ad agosto dell’anno scorso, il CEO di Tesla Elon Musk aveva fatto discutere per le sonore risate con le quali aveva risposto alla domanda di una giornalista tedesca sul rischio che la gigantesca fabbrica di auto elettriche che ha costruito alle porte di Berlino avesse un impatto negativo sulla già complessa situazione delle forniture idriche nel Brandeburgo. Il miliardario sudafricano, all’epoca, aveva liquidato le preoccupazioni dei brandeburghesi dicendo che nella regione c’era evidentemente “un sacco di acqua”. Nove mesi dopo, la società idrica di Strausberg-Erkner, (WSE), che gestisce la fornitura nella parte del Brandeburgo in cui sorge la mega-fabbrica di Musk, ha annunciato che tutti i nuovi contratti con clienti privati prevederanno, un limite massimo al consumo giornaliero di acqua potabile.

La misura, la cui introduzione era stata anticipata a dicembre ed è ora ufficialmente introdotta, si è resa necessaria per tutelare la società a livello legale, qualora non fosse possibile soddisfare il fabbisogno di tutta la clientela pompando acqua dalla falda freatica dalla quale attinge la WSE – attività per la quale la società deve mantenersi all’interno delle quantità autorizzate. Lo ha annunciato giovedì la portavoce della società Sarah Poensky.

La WSE fissa il limite per i nuovi contratti a 100 litri al giorno ma rassicura: non verrà mai interrotta la fornitura di acqua potabile

WSE ha richiesto al Ministero dell’Ambiente l’estensione dei limiti di estrazione d’acqua dalla falda freatica, ma fino a quando tale estensione non sarà approvata, la fornitura disponibile potrebbe bastare a malapena per coprire la domanda data dall’aumento della popolazione nei comuni di competenza e non arriverebbe a coprire nuovi impianti industriali.


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La società idrica ha anche rassicurato i clienti privati che non sono previste interruzioni nelle forniture e che nessuna utenza verrà privata dell’acqua potabile. Potrebbero però profilarsi costi aggiuntivi per quei clienti che dovessero eccedere la quantità prevista dal loro contratto.

La situazione a Berlino: non si rischiano carenze, ma è bene imparare a risparmiare l’acqua

La situazione della città di Berlino, per il momento, è meno critica di quella del vicino Brandeburgo. I Berliner Wasserbetriebe (le società che gestiscono la fornitura idrica nella capitale tedesca), invitano senza dubbio a un uso consapevole dell’acqua potabile e a una riduzione degli sprechi, ma come buona norma generale, piuttosto che per scongiurare una scarsità che al momento non si profila. Berlino, infatti, si trova in una valle di origine glaciale e ricava i due terzi della propria acqua potabile dal filtraggio dei fiumi Havel e Spree. Gli acquedotti cittadini, inoltre, sono superiori per capacità a quello gestito dalla WSE.

Il portavoce delle società idriche berlinesi Stephan Natz ha dichiarato che solo in estate, negli ultimi due anni, la fornitura è arrivata al limite. A questo avrebbe contribuito anche la pandemia: il maggior tempo trascorso in casa ha spinto molti dei residenti a occuparsi di più di giardini e terrazzi, utilizzando molta più acqua potabile per l’irrigazione di piante e prati e, in qualche caso, per la costruzione di nuove piscine private.

Ciononostante, non si profila al momento il rischio di un limite contrattuale alla fornitura pro-capite di acqua potabile (che a Berlino si attesta in media sui 110-115 litri al giorno). In termini percentuali, inoltre, l’urbanizzazione è stata ultimamente più rapida nel Brandeburgo, subito fuori dalla capitale, rispetto a quanto avvenuto in città. Anche questo fattore, quindi, contribuisce a rendere più critica la situazione dei comuni che si trovano subito fuori Berlino e che sono serviti da società che hanno accesso a risorse idriche minori rispetto a quelle della capitale.

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