La Germania attiva la fase di preallarme del piano di emergenza gas
Il ministro federale dell’Economia e della Protezione del clima, Robert Habeck (Verdi) si prepara al taglio delle forniture di gas naturale provenienti dalla Russia di Vladimir Putin. Oggi è stata infatti attivata, in Germania, la fase di preallarme del piano di emergenza gas, come annunciato, tra i primi, dallo Spiegel.
Secondo il ministero, che ha istituito un team di crisi per monitorare la situazione, questa prima fase non prevede ancora strozzature ed è sostanzialmente di monitoraggio.
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Piano di emergenza gas: la Germania attiva la fase di preallarme
Habeck ha ribadito che “la Germania deve farsi trovare preparata, nel caso in cui si verificasse un’escalation da parte della Russia” e ha informato la Commissione Europea di aver dichiarato il preallarme dopo una consultazione federale. Ha anche aggiunto che la Germania “non accetterà alcuna violazione dei contratti di fornitura”.
Il riferimento è al recente ultimatum di Putin, che ha richiesto che il gas gli venga pagato in rubli e non più in dollari o euro e in questo modo cerca di sfondare il muro delle sanzioni. Il ministro tedesco dell’economia ha però opposto un radicale rifiuto lunedì, dopo una riunione con i ministri dell’energia dei paesi del G7. Un portavoce del governo russo ha minacciato un’interruzione della fornitura a stretto giro, ma è una manovra pericolosa, che potrebbe danneggiare la Russia quanto la Germania. Che quello di Mosca sia un bluff o meno, tuttavia, la Germania ha deciso comunque di prevenire questa possibilità e ha attivato il preallarme del piano di emergenza disposto da un regolamento UE del 2017.
Le tra fasi del piano di emergenza: preallarme, allarme, emergenza
Il piano di emergenza individua tre fasi, relative a tre diversi livelli di escalation. La prima è la fase di preallarme, quella attivata al momento dalla Germania, viene dichiarata se ci sono indicazioni concrete, serie e affidabili sulla possibilità di un deterioramento significativo dell’approvvigionamento di gas.
La seconda fase, è la fase di allarme e si attiva quando c’è un’interruzione nell’approvvigionamento di gas o una domanda eccezionalmente alta, che si ripercuote sulla disponibilità della risorsa.
La terza fase è di emergenza e si verifica quando la domanda è eccezionalmente alta o l’interruzione delle forniture è significativa. In questo caso entra in gioco lo Stato, con misure che bypassano il mercato e adottate per garantire la fornitura di gas ai cosiddetti “clienti protetti”, come ad esempio le famiglie. Potrebbero invece essere penalizzati i grandi clienti industriali. Anche questo, però, inciderebbe sulla produzione di beni essenziali, ripercuotendosi sull’economia.
Intanto, la notizia ha già causato pesanti contraccolpi finanziari e il prezzo sul mercato di riferimento europeo per lo scambio del gas naturale TTF è salito, in pochi minuti, da 110 a 114 euro per megawattora per poi arrivare in mattinata, fino a 123 euro.
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