Attacco incendiario a una scuola russo-tedesca di Berlino. La polizia: “movente politico”

scuola russo-tedesca
Il quartiere di Marzahn, dove si trova la scuola russo-tedesca Lomonosov

Il dipartimento di investigazione criminale di Berlino ha parlato di “motivazione politica” per l’attacco a una scuola russo-tedesca nel quartiere di Marzahn, a Berlino. Venerdì 11 marzo, ignoti hanno dato tentato di appiccare il fuoco davanti alla palestra dell’istituto internazionale Lomonosov, che mira a promuovere l’integrazione delle famiglie con bambini originari dell’ex Unione Sovietica a Berlino. Il fumo è stato notato inizialmente da un passante, che ha allertato la polizia intorno alle 3.20 del mattino di venerdì. Gli agenti sono riusciti a contenere le fiamme e in seguito i vigili del fuoco hanno provveduto a spegnere completamente l’incendio per evitarne la propagazione. L’indagine è stata affidata al servizio di sicurezza del Land presso l’ufficio di polizia criminale (Landeskriminalamt, LKA), ovvero il dipartimento responsabile dei reati politici.

La scuola russo-tedesca Lomonosov è frequentata anche da bambini ucraini e di altre 20 nazioni

Il coordinatore della scuola Lomonosov, una scuola che conta fra i suoi studenti bambini tedeschi, ucraini e russi, oltre che provenienti da altre 20 diverse nazioni, ha condannato duramente l’attacco, dicendosi “sbalordito e senza parole per questo atto vile diretto contro i bambini”.

L’incendio ha danneggiato parte dell’edificio, ma, fortunatamente, nessuno è rimasto ferito. Per appiccare il fuoco è stato usato un dispositivo incendiario, forse una bottiglia di vetro riempita di liquido infiammabile. Alcune telecamere di sicurezza hanno ripreso un individuo che collocava il dispositivo infiammabile all’ingresso dell’edificio. Gli investigatori hanno fin da subito parlato di un atto dal movente politico, correlato alla guerra in Ucraina.


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Dall’inizio della guerra circa 100 attacchi a istituzioni russe

Secondo le dichiarazioni di un portavoce della polizia, riportate dal Tagesspiegel, dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, la polizia di Berlino ha registrato circa 100 incidenti simili, ovvero attacchi contro istituzioni russe nella capitale tedesca, contro edifici e associazioni rappresentativi della cultura o della comunità russa, media russi, personale dell’ambasciata russa e anche privati cittadini. Nella maggior parte dei casi, si è trattato di attacchi con danni alla proprietà, insulti e minacce.

La risposta delle istituzioni: inaccettabile attaccare una scuola

La senatrice di Berlino per l’educazione Astrid-Sabine Busse (SPD) ha espresso il proprio sgomento per questo episodio, che ha definito un “vile attacco” alla coesistenza pacifica. “La scuola non deve mai essere un luogo di violenza, ma deve rimanere uno spazio protetto”, ha continuato la senatrice, concludendo: “Deve essere molto chiaro: i bambini non fanno le guerre, nessuno studente di origine russa può essere ritenuto responsabile dei crimini del regime di Putin”.

Un portavoce del ministero dell’interno, in riferimento agli atti di aggressione contro edifici o istituzioni rappresentativi del popolo russo e della sua cultura a Berlino, ha sottolineato che la guerra in Ucraina è l’espressione della volontà del presidente russo Vladimir Putin e non della popolazione russa e tantomeno della popolazione di origine russa in Germania. Solo a Berlino ci sono quasi 26.000 cittadini di nazionalità russa e la popolazione russofona in Germania ammonta a diversi milioni di persone.

Anche i genitori degli alunni della Lomonosov Schule hanno condannato l’attacco. “Partiamo dal presupposto che nessun bambino, nessun giovane, nessuna persona dello staff di questa o di qualsiasi altra scuola di Berlino vuole questa guerra”, ha dichiarato il presidente del comitato statale dei genitori, Norman Heise. “Inoltre, un attacco a una scuola non può avere alcuna giustificazione”.

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