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Morta Monica Vitti, l’omaggio della Berlinale. Il direttore: “Simbolo di emancipazione femminile”

Anche la Berlinale rende omaggio a Monica Vitti, indimenticabile attrice italiana morta ieri. Moltissime sono state le espressioni di cordoglio in Italia, Paese in cui l’artista si inseriva in un pantheon di icone del grande schermo che vanno da Anna Magnani a Ugo Tognazzi, da Sofia Loren ad Alberto Sordi, e che sono espressione di un cinema e di un’era entrati ormai nella luminescenza del mito.

L’omaggio della Berlinale a Monica Vitti

Nella capitale tedesca sta per cominciare la Berlinale 2022, famosissimo festival cinematografico internazionale, e anche il direttore artistico Carlo Chatrian ha ricordato Monica Vitti con una bella riflessione pubblicata sul sito ufficiale della kermesse e rilanciata in seguito sui social.

https://www.facebook.com/berlinale/posts/10159768553633281

Il direttore della Berlinale: “Monica Vitti ha creato il suo personale canone di bellezza e seduzione”

Nel suo ritratto di Monica Vitti, Chatrian parla innanzitutto di come l’attrice abbia “creato il suo personale canone di bellezza e seduzione“, essendo, sul piano estetico, totalmente distante dalle figure femminili che all’epoca si imponevano sullo schermo. Basti pensare a Sofia Loren, a Silvana Mangano o alla nostra Audrey Hepburn, l’algida Elsa Martinelli, tutte diverse tra loro, eppure ugualmente distanti da una creatura come Monica, buffa e malinconica, elegante e lunare, capace di diventare, in pochissimo tempo, volto del cinema più sofisticato e irresistibile mattatrice della commedia popolare.

Tra questi due stilemi così distanti Monica Vitti, secondo Chatrian, ha danzato con straordinario equilibrio e al tempo stesso “ha incarnato l’Italia e le diverse sfaccettature di un Paese in piena metamorfosi, mantenendo un’aria da cortile anche quando indossava un abito da sera e tacchi alti”.

monica vitti
Monica Vitti. Georges Biard, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

Il direttore della Berlinale parla inoltre dell’importanza di questa attrice come simbolo di emancipazione femminile. “In un sistema culturale ed economico dominato dagli uomini, ha dimostrato di essere un’immagine di indipendenza e resistenza alle convenzioni”.

Non poteva mancare da parte di Chatrian la menzione dell’Orso d’oro, ricevuto proprio alla Berlinale dal film “La notte” (1961), in cui Monica Vitti attira lo sguardo dello spettatore come un magnete, dando vita a una delle scene più belle della pellicola.


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Nella scena in questione è in corso una festa in cui tutti sono rumorosi e agitati, mentre Valentina, il personaggio interpretato da Monica Vitti, è seduta a leggere, immobile. Chatrian scrive a questo proposito che, pur non essendo tecnicamente la protagonista del film, l’indimenticabile attrice italiana non ha avuto “bisogno di molto tempo e spazio per creare un personaggio che trascende le barriere della narrazione e delle inquadrature”.

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