L’ Amatriciana è integralista: anche a Berlino è vietato improvvisare!
di Giusy Loreti
Ebbene, è successo! Italiana in Germania, per la precisione italiana a Berlino, ho cucinato l’amatriciana per i miei amici tedeschi. Chiunque venga dal Lazio e ami dare il meglio ai fornelli, come me, è consapevole di quanto questo piatto sia una gloria della nostra cucina tipica. Per questa ragione, è necessario realizzarlo seguendo passaggi precisi, senza improvvisare e senza alterare la ricetta originale.
Amatriciana: seguite tutti i passaggi senza improvvisare
Questo vale per i miei amici Peter e Inga, di Berlino e Amburgo, che dopo aver divorato l’amatriciana con voracità primordiale mi hanno chiesto come fare a riprodurre un piatto tanto buono, ma vale anche per tutti quegli italiani a cui capita di cimentarsi con l’amatriciana nella maniera peggiore: improvvisando. È quello il momento in cui si commettono degli scivoloni irrecuperabili.
Sbagliando anche solo un passaggio, infatti, mangerete magari un buon piatto di pasta, ma non “lei”, non l’amatriciana. Che siate tedeschi o italiani, dunque, dovrete osservare religiosamente una serie di accortezze, se intendete portare in tavola un’amatriciana doc.
L’amatriciana è indimenticabile, dai tempi di nonna Rita!
Siccome sono una cuoca generosa di consigli, oltre che di cibo e chiacchiere a bocca piena (con buona pace di Monsignor Della Casa), mi permetto di linkarvi un articolo che considero una mia personalissima “Bibbia”, anche perché stilato sulla base del disciplinare di produzione depositato dal Comune di Amatrice.
Mia nonna Rita avrebbe approvato e, credetemi, questo è un ulteriore suggello, perché la vigorosa bersagliera di Trastevere che diede i natali a mio padre era una sacerdotessa assoluta dell’amatriciana. La madre di mia padre, nonna Elena, era invece di Vicenza e una volta disse che il piatto migliore del mondo era “riso e bisi”. Ne nacque una faida familiare, ma questa è decisamente un’altra storia. Personalmente credo che la cucina italiana sia così varia e buona che c’è posto per ogni possibile piatto e variazione, da nord a sud e isole comprese. Perché litigare? Ma torniamo (con gioia) alla nostra amatriciana.
L’amatriciana è integralista: onorate il guanciale!
Sembra assurdo ripeterlo, perché è stato detto tante volte, ma c’è ancora chi purtroppo sostituisce il guanciale con la pancetta, non sapendo di commettere un atto orribile. Ok, tecnicamente ci sono azioni più nefaste, in assoluto, ma diciamo che non usare il guanciale nell’amatriciana è una delle cose peggiori che si possano fare senza violare la legge. Vi prego, evitatelo.
Soprattutto se state facendo conoscere questo piatto magnifico ai vostri amici tedeschi, com’è capitato a me, avete la responsabilità di fare tutto a puntino. Altrimenti i vostri Peter e Inga se ne andranno in giro divulgando incolpevolmente finte ricette italiane e soprattutto, fatto molto più grave, non avranno avuto la possibilità di gustare il magnifico sapore di una vera amatriciana che si scioglie in bocca. Possibilmente con una spolverata di pecorino romano e pasteggiando con un vino rosso fermo, capace di esaltare ogni boccone.
Per un’expat come me, insomma, che ama far conoscere agli amici stranieri i piatti migliori della cucina italiana, non c’è niente di meglio che unire popoli e storie parlando dei piaceri che possiamo regalare al nostro stomaco e al nostro palato. Tra i quali, senza dubbio, sua maestà l’amatriciana.
Non avete mai fatto un’amatriciana? Ecco un video rapidissimo che vi fa vedere come si fa!
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