I controllori della BVG non sono più in incognito. Così l’azienda dei trasporti vuole “ridurre la tensione”
Chi viaggia abitualmente sui mezzi pubblici a Berlino è abituato a guardarsi intorno, cercando di scoprire chi, fra gli altri occupanti del vagone, possa essere un controllore in borghese. I favoriti sono solitamente individui dall’aria minacciosa, sguardo torvo, stazza da sollevatori di autocarri: il tipo di persona alla quale, su richiesta, si offrirebbero senza discutere il portafoglio e tutti gli oggetti di valore, figuriamoci il biglietto. In alcuni casi, quando i controllori della BVG “dormienti” si attivano, estraggono l’apposito dispositivo e iniziano a chiedere ai passeggeri di esibire il titolo di viaggio, lo fanno in tono talmente perentorio che anche chi ha un biglietto regolarmente validato o un abbonamento in corso si sente in difetto.
Da qualche mese a questa parte, almeno nelle metropolitane, questa gloriosa tradizione di periodico assalto alle coronarie del pubblico sembra arrivata al capolinea. I controllori, infatti, indossano gilet blu che li rendono riconoscibili. Lo scopo dell’operazione, secondo l’azienda dei trasporti, è una generale “de-escalation” della tensione fra i passeggeri. La direttrice della BVG Eva Kreienkamp lo ha annunciato giovedì, durante un incontro con il gruppo Igeb, composto da una rappresentanza di passeggeri del trasporto pubblico.
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Le multe non sono diminuite
Già da novembre, sulle linee metropolitane della U-Bahn e nelle relative stazioni, i controllori sono riconoscibili grazie ai gilet blu con il logo dell’azienda o, in qualche caso, alla divisa ufficiale e non vi sono state diminuzioni nelle infrazioni contestate. Questo dato è estremamente importante, ha detto Kreienkamp, poiché dimostra che la presenza dei controllori in borghese non aumenta di fatto l’efficacia dei controlli e, di conseguenza, la loro riconoscibilità non rende più facile a chi viaggia senza biglietto il sottrarsi alle verifiche. L’unico effetto dei controlli “a sorpresa”, insomma, sarebbe un generale aumento della tensione fra i passeggeri, che non giova in alcun modo al lavoro dei controllori.
In passato, controllori della BVG accusati di racial profiling
A questa decisione si è arrivati dopo approfondite discussioni con le associazioni dei passeggeri, i quali avevano anche avviato una petizione con l’hashtag #BVGWeilWirUnsFürchten (letteralmente “BVG, perché abbiamo paura”, che gioca sullo slogan ufficiale dell’azienda il quale recita “BVG, weil wir dich lieben” ovvero “BVG, perché ti amiamo”). Fra le varie accuse mosse ai controllori nel corso di queste discussioni ce ne sono state anche numerose relative a comportamenti discriminatori. Secondo alcuni rappresentanti delle associazioni dei passeggeri, infatti, i controllori della BVG prenderebbero di mira con più frequenza persone appartenenti a minoranze etniche.
Non è la prima volta che la BVG rinuncia ai controllori in borghese: già nel 2011 era stato fatto un esperimento in questo senso, conclusosi però con un ritorno al precedente status quo. I passeggeri berlinesi, al momento, si augurano che la pratica di rendere chiaramente riconoscibili i controllori venga adottata stabilmente ed estesa anche agli altri mezzi.
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