Guariti dal Covid: il certificato in Germania è di nuovo valido per sei mesi – ma i non vaccinati potrebbero comunque avere problemi

Continua la diatriba sulla durata dello status di immunità per coloro che sono guariti dal Covid 19. Nonostante l’Europa riconosca la validità di questa condizione per una durata di sei mesi, infatti, in Germania, su indicazione del Robert Koch Institut, questo periodo è stato accorciato a tre mesi, ai fini dell’applicazione delle regole 3G, 2G e 2G+. Questo vuol dire che chi ha superato l’infezione e non è vaccinato (o non è completamente vaccinato) può comunque avere accesso a tutti i luoghi e le attività che richiedono una prova di immunità per soli 90 giorni. Il ministro della salute Karl Lauterbach (SPD), nelle scorse settimane, ha difeso questa scelta da pesanti critiche.

Guariti dal Covid: certificati di 6 mesi per tutti, ma per i non vaccinati la validità dovrebbe restare di 90 giorni

Ora, però, Associazione Tedesca dei Farmacisti (DAV) ha informato le farmacie tedesche che il software per l’emissione dei certificati di guarigione è stato modificato e gli affiliati hanno ripreso a rilasciare certificati con validità europea e con una durata di 180 giorni. Secondo la Pharmazeutische Zeitung, le linee guida del RKI non erano state formulate abbastanza chiaramente e inoltre l’Istituto aveva precedentemente “chiarito la sua controversa riduzione dello status di guarigione e sottolineato che il periodo di validità più breve si applica solo ai guariti dal Covid non vaccinati”. Sia la Pharmazeutische Zeitung che la Deutsche Apotheker Zeitung specificano che il certificato UE non fa distinzione tra persone vaccinate e non vaccinate e che per questo i certificati saranno nuovamente emessi con la durata originale di sei mesi, anche per le persone non vaccinate. La validità di tale certificato dovrebbe poi, teoricamente, essere verificata nel corso dei controlli individuali a seconda delle occasioni.


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In futuro ammissibili anche altri tipi di test oltre al PCR

Nonostante la decisione basata sulle raccomandazioni del Robert Koch Institut, questo nuovo cambiamento non contribuisce a fare chiarezza sullo status di coloro che sono guariti dal Covid ma non sono vaccinati. Inoltre, ai fini del rilascio del certificato, le farmacie potrebbero ora accettare non solo il risultato di un test PCR che dimostri la negatività successiva alla malattia, ma anche altri tipi di test NAT (la categoria di test a cui appartengono i PCR). Sempre secondo quanto riportato dalla DAZ, tuttavia, sono ancora esclusi i test antigenici e i test degli anticorpi.

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