Berlinale 2022: Orso d’oro per “Alcarras”, di Carla Simon. Il Covid snobbato dai registi
A vincere l’Orso d’oro di questa Berlinale 2022 è “Alcarras“, della regista catalana Carla Simon. Il premio più ambito di questa edizione del prestigioso festival cinematografico internazionale è stato assegnato, come di consueto, ai produttori. Il film parla di una famiglia di coltivatori di pesche, che rischia lo sfratto e di vedere un sistema di pannelli solari installato sul terreno che garantisce il suo sostentamento.
“Leonora addio” di Paolo Taviani riceve il premio Fipresci
L’unico film italiano in concorso, “Leonora addio“, di Paolo Taviani, ha vinto il premio Fipresci con la seguente motivazione: “Guidato dallo spirito libero del genio di Pirandello, il regista mescola poesia, malinconia, ma anche ironia, fantasia e letizia per raccontarci i misteri della vita, della morte e della memoria”. Un’ottima definizione per l’intensa opera di Taviani, a dieci anni dal suo Orso d’oro e per la prima volta alla Berlinale senza il fratello Vittorio, morto quattro anni fa.
Gli altri “Orsi” premiati dalla giuria presieduta da Shyamalan
La giuria, presieduta da M.Night Shyamalan, ha assegnato l’Orso d’argento Gran Premio della Giuria a “The Novelist’s“, del regista coreano Hong Sangsoo, che indaga i meccanismi che innescano la creatività, ma è anche un inno alla potenza degli incontri casuali e all’importanza di essere sinceri, nell’ingannevole mondo del cinema.
L’Orso d’argento Premio della Giuria va invece a “Robe of gems” di Natalia Lopez Gallardo, film corale che mescola narrativa sociale, introspezione e gusto per il linguaggio onirico. L’Orso d’argento per la migliore regia va infine a Claire Denis, per “Both sides of the blade“, con Juliette Binoche e Vincent Lindon, che parla di un amore complesso dai confini aperti.
Per il miglior ruolo da protagonista è stata premiata Meltem Kaptan, che in “Rabiye Kurnal vs George W.Bush” interpreta una madre alle prese con il surreale arresto del figlio, detenuto senza ragione a Guantanamo come presunto terrorista.
L’Orso d’argento per la migliore interpretazione non protagonista è andato invece a Laura Basuki per “Nana (Before, Now & Then)”, storia di una donna indonesiana che convive con gli orribili ricordi della dittatura degli anni sessanta e la solitudine di un presente che comunque non le ha portato vera serenità.
Leggi anche:
Morta Monica Vitti, l’omaggio della Berlinale. Il direttore: “Simbolo di emancipazione femminile”
“Rabiye Kurnal vs George W.Bush” conquista anche l’Orso d’argento per la miglior sceneggiatura, assegnata a Laila Stieler.
L’Orso d’argento per il miglior contributo artistico se lo è aggiudicato Rithy Panh per “Everything will be okay“, che attraverso la tecnica dei diorami racconta una storia distopica, che parla di animali che prendono il potere e schiavizzano gli umani. Il film è però soprattutto una riflessione più ampia sui totalitarismi. Per inciso, “Everything will be ok” era la scritta stampata sulla maglietta di un adolescente ucciso durante le proteste in Myanmar.
Isabelle Huppert ha ricevuto l’Orso d’oro alla carriera mentre “A Piece of Sky (Drii Winter)”, una dolorosissima storia sulla lotta tra amore e malattia, resa sullo schermo dal regista Michael Koch, ha ricevuto una menzione speciale.
Il Covid19 cacciato dallo schermo e una rassegna prevalentemente introspettiva
Molti sono stati i film interessanti in gara, da quelli di impegno civile a quelli intimistici, che hanno raccontato ogni tipo di emozione e si sono concentrati sui rapporti umani e familiari dei protagonisti. Quasi del tutto assenti sono stati, sullo schermo, i riferimenti al Covid19, “cacciato” dalla narrazione e sostituito da ciò che accade nell’animo umano, al di là del clamore delle notizie del giorno.
Potete trovare qui tutti i premiati di tutte le categorie della Berlinale 2022.
P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!