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Mutilò brutalmente l’ex compagna: dopo nove anni, a processo a Berlino

È iniziato giovedì a Berlino il processo a R., che nove anni fa si rese protagonista di un orrendo episodio di violenza di genere, proprio nella capitale tedesca. All’epoca l’uomo, 54 anni adesso, tecnico informatico, nato in Iraq ma con un passaporto olandese, venne lasciato da Omid R., iraniana, allora 36enne. La sua reazione verso l’ex compagna fu agghiacciante.

Dopo nove anni inizia a Berlino il processo a R.: mutilò l’ex compagna

R., che già aveva diversi precedenti per atti di violenza contro le donne (si presume che nel 2003 e nel 2005 sia stato condannato, nei Paesi Bassi, anche per lo stupro e il tentato omicidio di quella che allora era sua moglie), si introdusse nell’appartamento della donna, nel distretto berlinese di Schöneberg, la mattina del 30 ottobre 2012. Qui immobilizzò la donna, legandola con le mani dietro la schiena e neutralizzandola con del nastro adesivo sulla bocca, dopo aver chiuso in un’altra stanza la figlia della donna, di dieci anni. Anche lei sarebbe stata legata e imbavagliata. L’uomo minacciò di uccidere la bambina, se la madre avesse chiesto aiuto.

Dopo aver presumibilmente abusato della sua ex compagna, l’uomo la mutilò con un affilato coltello da cucina, tagliandole parti del seno, la punta del naso e il lato esterno dei dei genitali. A quel punto abbandonò l’appartamento dopo aver sprangato porte e finestre, con il piano, questa la tesi dell’accusa, di lasciare la donna a dissanguarsi e la bambina a morire di sete.


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La donna salvata da un ciclista: notò il suo viso insanguinato alla finestra

Verso le 17.45, con la forza della disperazione, la donna era riuscita a trascinarsi alla finestra della camera da letto, da cui si era affacciata per cercare di attirare l’attenzione di qualche passante. Ci era riuscita con un ciclista, che udendo le sue deboli grida di aiuto e alzando gli occhi aveva visto il volto insanguinato e disperato della donna. Una visione terribile, che aveva portato il ciclista a chiamare immediatamente le forze dell’ordine.

“Aveva un’incontenibile voglia di vivere, per questo è sopravvissuta” ha detto alla corte Roland Weber, il legale della donna. Il pubblico ministero è convinto l’obiettivo di R., accusato di aver agito “in modo crudele e per motivi ignobili”, fosse quello di di privare la donna della sua attrattiva e femminilità “perché voleva vendicarsi di lei, per gelosia e per la rabbia provata in seguito all’annuncio di separazione“. Gli agenti intervenuti sul luogo del reato hanno testimoniato, descrivendo uno scenario agghiacciante. E una poliziotta ha precisato che le parti del corpo tagliate da Omid R. non erano più nell’appartamento.


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Durante la prima udienza, l’uomo è rimasto in silenzio

Dopo l’orribile gesto, l’uomo scappò in Turchia e poi in Iran. Qui venne arrestato e condannato nel 2018, dopo anni di processo, anche per le accuse di cui deve rispondere al momento. Rilasciato nel maggio 2019, fuggì nei Paesi Bassi nel 2020, dove venne arrestato, sempre per la vicenda di Berlino. L’uomo replicò sostenendo di non dover subire il processo, perché già giudicato in Iran per lo stesso reato, ma nel luglio 2021 fu ugualmente stato estradato in Germania.

Durante la prima udienza, è rimasto in silenzio. Il processo continuerà il 27 gennaio. L’accusa è di duplice tentato omicidio, stupro e lesioni personali gravi.

Intanto la donna ha ripreso a vivere, fuori dalla Germania

Intanto l’ex compagna e vittima di Omid R. ha dovuto subire decine di operazioni ricostruttive. “Le ferite riportate erano orribili in modo inimmaginabile”, ha dichiarato l’avvocato Weber. Fortunatamente la donna oggi sta bene, il naso mozzato, sostiene il legale, le è stato ricostruito molto bene e i medici hanno fatto di tutto per poter riparare ai danni causati dall’imputato. Ovviamente i segni di un’esperienza simile non sono solo esteriori e la donna ha lasciato, non solo Berlino, ma anche la Germania, per “iniziare una nuova vita”.

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