Jens Maier, ex deputato estremista torna a fare il magistrato. È polemica

Jens Maier
Jens Maier, ex deputato di AfD. Foto: EPA-EFE/HAYOUNG JEON

L’ex deputato di AfD Jens Maier, dopo la mancata rielezione di settembre, ha chiesto di essere reintegrato nella sua precedente posizione di giudice presso il tribunale regionale di Dresda, in Sassonia. Secondo la legge tedesca, dopo aver lasciato il proprio seggio al Bundestag, in quanto ex dipendente pubblico, Maier avrebbe diritto a essere reintegrato in una posizione uguale o economicamente equivalente a quella che occupava prima di essere eletto, ma la sua storia personale desta non poche preoccupazioni. Maier è infatti classificato come estremista di destra dall’Ufficio per la Protezione della Costituzione (Verfassungsschutz).

Jens Maier: il “piccolo Höcke” che simpatizzava con Breivik

Jens Maier si è autodefinito un “piccolo Höcke” e fa parte della cosiddetta ala “völkisch” del partito, guidata proprio da Björn Höcke e ufficialmente sciolta perché ritenuta contraria ai valori della Costituzione tedesca. Il nome di Maier compare anche in un rapporto della Verfassungsschutz sassone del 2020, dove viene indicato come presidente dell’ala. Fra le sue esternazioni più discusse ci sono quelle della campagna elettorale del 2017, durante la quale l’ex-giudice aveva auspicato che si mettesse fine al “culto tedesco della colpa” in relazione al nazionalsocialismo, aveva messo in guardia contro la “creazione di popoli misti”, aveva affermato che l’NPD è “sempre stato l’unico partito unito per la Germania” e aveva espresso vicinanza e comprensione al terrorista di estrema destra norvegese Anders Breivik, responsabile della strage di Oslo del 2011, nella quale persero la vita 77 persone.


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Nel 2019, inoltre, Maier è stato condannato a risarcire Noah Becker, figlio del campione di tennis Boris Becker, per un tweet dell’anno precedente, dal contenuto fortemente razzista (il cui testo è stato riportato all’epoca dei fatti da Der Spiegel). In quell’occasione, Maier ha cancellato il tweet, che ha riconosciuto essere offensivo, negando però di averlo scritto e attribuendolo a un membro del suo staff.

Le esternazioni del 2017 avevano portato a un procedimento disciplinare da parte del tribunale regionale di Dresda, che si era concluso con un richiamo scritto, che, dopo due anni, è caduto in prescrizione.

Secondo il Ministero della Giustizia sassone, Maier ha il diritto di tornare in magistratura

Maier ha presentato per iscritto la domanda di reintegro nella magistratura dopo avere perso il proprio seggio al Bundestag nelle elezioni del settembre 2021 e dopo che il tentativo del partito di inserirlo come consulente legale del gruppo parlamentare sono naufragati. Il Ministero della Giustizia sassone, guidato da Katja Meier (Verdi) ha ora tre mesi di tempo per considerare la sua richiesta, ma al momento sembra che sussistano le condizioni per il suo ritorno non al tribunale regionale di Dresda, ma a un altro tribunale che il Ministero sceglierà. Eventuali ulteriori procedimenti disciplinari, in questo caso, dovrebbero essere presi dal tribunale nel quale Meier sarà collocato e non dal ministero. Secondo la testata Legal Tribune Online, si tratterebbe del primo caso in cui la magistratura di un Land tedesco è costretta a reintegrare nelle proprie fila un giudice noto come estremista di destra.

Fra gli altri, il giurista Andreas Fischer-Lescano, dalle pagine del blog Verfassungsblog, critica la “scandalosa nonchalance” con cui il Ministero ha accolto la richiesta di Maier e sostiene che, nonostante la legge sui deputati preveda il reintegro dei dipendenti pubblici nel ruolo che avevano prima dell’elezione al Bundestag, il comportamento dell’ex deputato di AfD, specialmente dal 2017 in poi, è incompatibile con la condotta che un rappresentante dello Stato e difensore delle istituzioni deve tenere. A questo proposito, Fischer-Lescano cita l’articolo 33 della legge sui dipendenti pubblici, i quali “devono svolgere i loro compiti in modo imparziale ed equo, e condurre il loro ufficio per il bene comune (requisito di moderazione). Nell’ambito del dovere di lealtà, devono impegnarsi per l’ordine di base democratico e libero, nel rispetto della Costituzione, con tutta la loro condotta e lottare per la sua conservazione.” Simili requisiti sono elencati anche all’articolo 9 della legge che regola i doveri della magistratura.

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