Lo scorso dicembre è stato pubblicato lo studio realizzato dal politologo di Lipsia Felix Sassmannshausen, realizzato per conto di Samuel Salzborn, commissario per l’antisemitismo di Berlino. Secondo questo studio ci sarebbero 290 strade e piazze della capitale tedesca intitolate a personaggi che hanno espresso, in epoche diverse e in diversa misura, idee antisemite.
Lo stesso studio suggerisce una serie di interventi, ugualmente commisurati alla natura dello specifico riferimento antisemita. A decidere in relazione al caso specifico, dovrebbero essere i singoli distretti interessati.
A Berlino, 290 strade dedicate a persone dalle idee antisemite: da Martin Lutero a Richard Wagner
Tra le strade incriminate ci sono quella intitolata all’antisemita dichiarato Heinrich von Treitschke, che coniò la frase “Gli ebrei sono la nostra disgrazia”, ma anche Bismarckstrasse, chiamata così in onore del primo cancelliere del Reich tedesco, che però aveva legami organici con figure di spicco dei movimenti antisemiti dell’epoca.
Nel mirino c’è anche Martin-Luther-Straße, perché “Lutero fu formativo per l’ampia diffusione dell’antisemitismo di matrice cristiana” e lo stesso principio si applica ovviamente anche alle strade intitolate a Junker Jörg, pseudonimo proprio del padre del protestantesimo. Nel novero si inserisce inoltre la strada dedicata a Otto Dibelius, il vescovo che prima dell’ascesa del nazismo aveva parlato di “soluzione al problema ebraico”, suggerendo di fermare l’immigrazione degli ebrei in Germania e aspettare il crollo del numero degli ebrei tedeschi.
La maggior parte di queste 290 strade e piazze si trova nella parte ovest di Berlino e l’autore dello studio lo ricollega al fatto che molti dei nomi incriminati siano stati scelti al tempo del cosiddetto impero tedesco o della repubblica di Weimar, epoche in cui “l’antisemitismo non era necessariamente un problema individuale, ma un problema quotidiano”.
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L’autore dello studio: “Stupito di aver trovato così tanti riferimenti antisemiti”
Sassmannshausen, che ha impiegato sei mesi per mappare 10.500 strade e piazze di Berlino, si è dichiarato stupito di aver individuato così tanti riferimenti antisemiti. Tuttavia ha anche precisato che non tutti sono da considerare ugualmente gravi o problematici.
Il dossier precisa infatti che “Un autore che riprende un concetto antisemita contenuto in uno scritto del Medioevo e lo riproduce acriticamente è da classificare in modo diverso rispetto a un membro del Partito Popolare Nazionale Tedesco (la cui ideologia era espressamente antisemita, ndr). Quest’ultimo, sarà a sua volta considerato differente rispetto a chi ha espresso opinioni antisemite, ma si è però schierato contro concrete manifestazioni di antisemitismo”.
Il suggerimento: diversi interventi per casi diversi
Per questa ragione, il suggerimento espresso è quello di dividere i nomi delle 290 strade e piazze indicate in quattro categorie, legate a quattro diverse modalità di intervento. La prima categoria riguarda riferimenti antisemiti presenti, ma non così forti, e in questo caso si raccomandano solo ulteriori ricerche e approfondimenti. È questo il caso, ad esempio, di Pestalozzistrasse, pedagogista e filantropo svizzero nato nel 1746 ed allineato con l’antisemitismo proprio della sua epoca.
La seconda categoria prevede un intervento più incisivo, definito di “contestualizzazione digitale“, vale a dire un’integrazione delle guide stradali online, mentre la terza prevede una “contestualizzazione in loco“, con l’ausilio di targhe o cartelli presenti sul posto. Solo nel caso della quarta categoria si parla espressamente di ridenominazione della strada o piazza considerata. Quest’ultimo e più drastico intervento è suggerito ad esempio nel caso di tutte le strade intitolate a Martin Lutero e a Richard Wagner, antisemita conclamato e appassionato. È in generale consigliato in più di 50 casi.
Le zone d’ombra, come Pastor-Niemöller-Platz
Ci sono poi dei nomi che rappresentano delle “zone d’ombra”, come nel caso di Pastor-Niemöller-Platz, una piazza a nord della capitale tedesca intitolata al pastore protestante e teologo Martin Niemöller.
Nato nel 1892 e morto nel 1984, Niemöller espresse idee antisemite e supportò in una fase iniziale il partito nazista. In seguito tuttavia si oppose al regime e per questa ragione fu deportato prima nel campo di concentramento di Sachasenhausen e poi in quello di Dachau. Scrisse inoltre la famosissima poesia “Prima vennero”, che elenca le vittime del nazismo, ebrei inclusi, giudicando duramente chi non ha fatto nulla per impedire il loro sterminio. È chiaro che aver sbagliato e poi essersi corretti, arrivando a osteggiare attivamente e concretamente quanto un tempo sostenuto, può in qualche modo ridefinire anche l’errore iniziale.
Torna qui il discorso su valutazioni da effettuare caso per caso, come suggerito dallo studio di Sassmannshausen, che dichiara di voler favorire un dibattito pubblico, in cui si vedano le strade non solo come semplici indirizzi ma come simboli della cultura prevalente nel momento della denominazione. E di conseguenza, vuole che la società si ponga questa domanda: “A quale cultura vogliamo legarci?”.
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