Selfie con un uomo in manette: bufera su un agente di polizia di Berlino
Le autorità competenti stanno indagando su un agente di polizia di Berlino finito al centro di un’aspra polemica nata a causa di una brutta foto. La foto in questione, pubblicata per primo dal quotidiano Tagesspiegel, mostra il poliziotto in questione mentre posa sorridendo all’interno di un’auto di pattuglia. Accanto a lui c’è un uomo, con le mani presumibilmente ammanettate dietro la schiena e la testa bassa.
Non è ancora chiaro quando e in quali circostanze la foto sia stata scattata, né è totalmente chiaro se sia un selfie (come pare, vista la posizione del braccio) oppure sia stata scattata da un terzo.
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Un selfie che imbarazza la polizia di Berlino
Interrogato sul punto Thilo Cablitz, portavoce della polizia di Berlino, ha dichiarato che la foto gli è purtroppo nota. Ha inoltre stigmatizzato il selfie definendolo “degradante”, “umiliante” e lesivo della sfera e dei diritti personali di ogni cittadino.
Ha condannato il gesto anche Benjamin Jendro, portavoce del sindacato di polizia (GdP). “Conosciamo la foto e sicuramente non getta una buona luce sul collega e sulla polizia di Berlino” ha commentato.
Il poliziotto sotto accusa era considerato un simbolo di inclusione
A imbarazzare ulteriormente le forze dell’ordine è il fatto che il poliziotto finito nella bufera, Ali D., fosse considerato, fino a quel momento, un modello di inclusione. Impegnata a combattere l’estremismo di destra anche all’interno dei propri ranghi, la polizia di Berlino considerava l’agente, di origine libanese, come un esempio di diversità e lotta alla discriminazione.
All’inizio del 2020, anche Ali D. scriveva, in un articolo del sindacato di polizia e proprio in relazione alle legge contro la discriminazione: “Soprattutto in una città come Berlino, che è caratterizzata dalla diversità, è importante che non venga lasciato spazio alla discriminazione o all’odio“. L’agente doveva peraltro ricevere una promozione, che al momento è stata ritirata.
Cablitz ha parlato inoltre di conseguenze professionali dirette. Jendro ha invece esortato a non giudicare prima che l’intero contesto sia stato chiarito al di là di ogni dubbio. “C’è una storia dietro ogni immagine” ha dichiarato. Quale possa essere la storia dietro a questa immagine non è ancora chiaro, ma di sicuro stampa e opinione pubblica si aspettano che venga fatta chiarezza sulla vicenda.
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