È stata condannata a 15 anni da trascorrere in una clinica psichiatrica Ines R., 52 anni, la donna che ha ucciso quattro persone nella casa di cura di Oberlinhaus, a Potsdam il 28 aprile del 2021. L’imputata è stata ritenuta colpevole di omicidio e tentato omicidio e di maltrattamento di persone sotto tutela.
Durante il processo Ines R. si è scusata con i parenti e ha detto che le dispiace per quello che ha fatto.
Clinica psichiatrica per l’ex dipendente della casa di cura di Potsdam
I quattro residenti uccisi dall’imputata erano di età compresa tra 31 e 56 anni. Sono stati aggrediti nelle loro stanze e hanno avuto ben poche possibilità di reagire, visto che tre delle vittime erano completamente paralizzate e una parzialmente immobilizzata. Colpita anche una quinta residente, di 43 anni, che pur essendo stata gravemente ferita è tuttavia fortunatamente sopravvissuta, dopo un intervento chirurgico d’urgenza. A dare l’allarme era stato il marito, dopo che l’imputata era tornata a casa in stato confusionale.
La corte ha accolto pienamente le richieste della procura e ha ravvisato nell’imputata una capacità di intendere e di volere solo parziale, a causa di una patologia psichiatrica acclarata. Per questa ragione non è stata presa in considerazione l’ipotesi del carcere e sul confinamento in una struttura psichiatrica sono state pienamente d’accordo sia l’accusa che la difesa. La sentenza, tuttavia, non è ancora definitiva.
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Il vero problema a questo punto, e lo avevamo già sottolineato in un precedente articolo, è come sia stato possibile che nessuno abbia ritenuto rilevanti non solo i precedenti psichiatrici di Ines R., ma anche e soprattutto la sua richiesta di essere aiutata a sostenuta.
Nel 2020, infatti, l’imputato aveva espressamente richiesto di essere ricoverata e aveva parlato di sintomi gravi, inclusa la presenza di allucinazioni, e il timore di non riuscire a controllare i propri impulsi.
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