Cem Özdemir dei Verdi nuovo ministro dell’agricoltura. Habeck soddisfatto della nomina

Il co-leader del partito verde Robert Habeck vede la prevista nomina di Cem Özdemir a ministro dell'agricoltura come un segnale per la Germania. Giovanni MACDOUGALL / AFP

Nella definizione della nuova squadra di governo, è prevista la nomina di Cem Özdemir, dei Verdi, a ministro dell’agricoltura. Il co-leader del partito Robert Habeck ha commentato molto favorevolmente questa scelta, che considera come un segnale per la Germania e soprattutto per le persone con un background migratorio.

Özdemir, ha dichiarato Habeck ai microfoni di SWR, verrebbe scelto come ministro “perché è un comunicatore dotato” e ha la capacità di “conquistare il pubblico”. Il fatto che, qualora fosse confermata la nomina, Özdemir sarebbe il primo ministro federale di origine turca “non è l’unico aspetto importante (…) ma è un simbolo nella storia di questa repubblica”, poiché “Dimostra anche che (…) le persone con una storia di migrazione non sono destinate a lavorare solo come responsabili dell’integrazione”. Tutt’altro: sempre nelle dichiarazioni di Habeck. Özdemir, i cui genitori sono arrivati in Germania dalla Turchia, sarà a capo di quello che si può definire il più tedesco dei ministeri, quello che decide di temi come “l’allevamento dei maiali e la coltivazione delle patate”. Sul futuro lavoro del collega nella posizione di ministro, Habeck non ha dubbi: sarà “eccellente”.


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Oltre a Cem Özdemir, anche Anton Hofreiter ambiva al posto di ministro

Nel partito dei Verdi, tuttavia, l’entusiasmo per questa nomina non è unanime. C’è stata anzi una feroce disputa per il ministero dell’agricoltura, al quale ambiva anche Anton Hofreiter, il leader dell’ala sinistra del partito. Robert Habeck si è detto molto rammaricato del fatto che queste polemiche interne siano arrivate all’opinione pubblica, poiché sono state dannose per il partito. Al momento non si sa chi abbia fatto trapelare la notizia dell’aspra contesa per il ministero, ma la reazione di Habeck lascia poco spazio a dubbi sul fatto che il consenso sulle scelte politiche e sulle nomine, fra i Verdi, sia al momento tutt’altro che unanime e frutto di un dibattito dai toni piuttosto accesi.

 

(AFP)

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