Una passeggiata per le vie di Potsdam, respirando la storia

Foto di Stefano Comi
Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)

Cosa c’è da scoprire a Potsdam, dopo aver visitato Sanssouci e il Cecilienhof con i rispettivi parchi? Molto. Fra le numerose opportunità, è possibile ad esempio partire dalla Luisenplatz e attraversare la Porta di Brandeburgo, voluta da Friedrich, II der Große, alla fine della guerra dei sette anni dalla quale era uscito vincitore. L’architettura della porta infatti ricorda molto gli archi di trionfo romani e non poteva trovare posto migliore che qui, dove le strade della provincia e dei castelli prussiani convergevano per entrare nella cittadina-guarnigione.

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Ad aprire la Brandenburger Straße che prosegue come isola pedonale per quasi un chilometro una volta attraversato l’arco, c’è una bella piazzetta con un interessante orologio installato solo nel 1977 ma con una storia di tutto riguardo. È sotto questo orologio infatti che partivano le manifestazioni, per lo più silenziose, degli oppositori al regime della ex DDR che contribuirono in seguito alla caduta del muro. L’orologio, di acciaio, rame, ottone e in alcune parti dorato, nasconde al suo interno delle campanelle di fine porcellana che suonano, a intervalli regolari, una nota melodia popolare.

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La Brandenburger Straße, ma per gli abitanti di Potsdam il Boulevard, con i suoi numerosi caffè, ristoranti, piccoli negozi e boutique, è un invito a passeggiare senza fretta, sbirciare dietro le vetrine i ricercati capi di abbigliamento, i gioielli dei numerosi artigiani orafi, ma anche a fare una sosta per un caffè o mettersi in fila all’ingresso del panificio biologico.

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Chiude la strada l’imponente chiesa cattolica dei santi Pietro e Paolo, voluta come condizione irrinunciabile dai numerosi armaioli cattolici importati da Liegi (Belgio) per lavorare nella fabbrica d’armi del re Friedrich Wilhelm I. Il reggente concesse loro anche il possesso di qualche mucca ma negò la possibilità di distillare in proprio la birra, che restò monopolio regale.

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A sinistra della basilica, inconfondibile nel suo stile, il quartiere olandese, anche questo voluto da Friedrich Wilhelm I per dare un tocco di modernità e con la speranza di attirare nella sua città un buon numero di artigiani olandesi, allora tecnicamente all’avanguardia in più di una professione. Il piano del monarca non ebbe successo e il quartiere fu in gran parte abbandonato all’incuria durante il periodo del socialismo reale. Solo dopo la caduta del muro se ne è riscoperto il valore e le 134 case in mattoni rossi sono state completamente restaurate.

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Alle spalle della chiesa, un piccolo cimitero sovietico molto ben curato dove hanno trovato riposo quattrocento soldati dell’Armata Rossa, caduti durante la battaglia di Berlino. Attraversato il parco e la Platz der Einheit, si arriva al Alte Markt, una delle piazze più belle, nonostante il tentativo degli architetti e degli urbanisti del passato recente, di oscurarla con dei terrificanti palazzi-alveare prefabbricati. A dominare la piazza, la St. Nikolaikirche, una delle opere più riuscite di Karl Friedrich Schinkel. Dopo una storia tormentata, fatta da rinvii, modifiche, interruzioni, finalmente Friederich Wilhelm III, summus episcupus della chiesa protestante del Land Brandeburgo, diede il via nel 1830 alla costruzione che si concluse sette anni più tardi.

Purtroppo i guai non erano finiti: nell’aprile del 1945 la chiesa venne prima danneggiata dai bombardamenti inglesi e poi ridotta ad un ammasso di rovine dall’artiglieria sovietica. I lavori per la ricostruzione, iniziati nel 1955 si sono definitivamente conclusi solo nel 2010. Di fronte alla Nikolaikirche fa bella mostra di sé il castello di città prussiano con il monumentale Fortunaportal. L’intero complesso è una ricostruzione fedele dell’originale, in parte danneggiato dalle bombe inglesi e definitivamente distrutto dall’ottusa vendetta ordinata da Walter Ulbricht, a capo del Comitato Centrale del SED dal 1950 al 1971 e responsabile della costruzione del muro.

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All’angolo della piazza si trova invece il Museo Barberini, costruito su desiderio di Friedrich II su modello del Palazzo Barberini di Roma; distrutto dalle bombe dalle quali si salvò solo la facciata, è stato completamente ricostruito da 2013 al 2017 interamente finanziato da Hasso Plattner, fondatore di SAP, la più grande industria di software europea. A pochi metri la classica architettura del Potsdam Museum di più recente costruzione. Una piazza unica.

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Il ristoro: numerosi ristoranti sulla Brandenburger Straße e vie adiacenti.
Come arrivare alla Luisenplatz: RB21, RB22, RE1 fino a Potsdam Hauptbanhof e proseguire con il bus 605, 606 o il Tram 91, 94. In Automobile digitare 14471 Potsdam Luisenplatz; parcheggio sotterraneo a pagamento o a pagamento nelle vie adiacenti. Buona passeggiata

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