Diplomatici tedeschi incontrano i talebani, che continuano a promettere un Afghanistan diverso

diplomatici tedeschi
Abdul Ghani Baradar. U.S. Department of State from United States, Public domain, via Wikimedia Commons

Tre mesi fa Angela Merkel respingeva freddamente l’amichevole invito dei talebani a Kabul, ma al tempo stesso parlava della necessità di trattare con quella che definiva “l’amara realtà dell’Afghanistan”, nell’interesse della popolazione locale. Giovedì, per la prima volta da quando i talebani hanno preso il potere, il governo tedesco ha inviato due diplomatici tedeschi a Kabul.

La delegazione occidentale era costituita dall’inviato speciale per l’Afghanistan, Jasper Wieck, da Markus Potzel, già ambasciatore a Kabul dal 2014 al 2016, nonché dall’inviato speciale dei Paesi Bassi per l’Afghanistan, Emiel de Bont. I rappresentanti del governo talebano, non riconosciuto a livello internazionale, sono stati il vice primo ministro Abdul Ghani Baradar, il ministro degli esteri Amir Chan Motaki e il direttore dell’intelligence Abdul Hak Wasik.


trattare con i talebani

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L’incontro con i talebani è avvenuto in seguito alla mediazione dell’emirato del Qatar. L’ambasciata tedesca a Kabul era stata evacuata a metà agosto a causa della rapida del potere da parte dei talebani e una riapertura non è al momento in programma.

Diplomatici tedeschi a Kabul: le promesse dei talebani

È un dilemma per i governi occidentali avere un rapporto di qualunque tipo con il governo talebano, non riconosciuto a livello internazionale e costituito da fondamentalisti islamici, in parte ex terroristi, che hanno preso il potere con la forza dopo il ritiro dell’alleanza militare occidentale. Contemporaneamente sussiste l’esigenza di utilizzare lo strumento della cooperazione in un momento in cui l’emergenza umanitaria vissuta dalla popolazione afghana è più pressante che mai.

Il ministero degli esteri tedesco ha dichiarato giovedì che i talebani si sarebbero impegnati a “garantire l’accesso sicuro e senza ostacoli agli operatori umanitari – comprese le operatrici umanitarie – alle comunità e alle persone che hanno bisogno di assistenza”. Avrebbero anche dimostrato di capire che “la parità di accesso all’istruzione per ragazze e ragazzi è una necessità nazionale per l’Afghanistan”. Si sarebbero inoltre dichiarati inclini a concedere l’annunciata amnistia generale per i loro oppositori e avrebbero promesso di nuovo libero passaggio a chiunque voglia lasciare l’Afghanistan. Ma quanto peso hanno le promesse dei talebani?

Nulla è cambiato per le donne afghane

In Afghanistan, infatti, i nuovi signori di Kabul continuano a conculcare i diritti della donne. Al momento le bambine dai sette ai dodici anni non sono autorizzate a frequentare le lezioni e la maggior parte delle donne che operavano nel pubblico impiego sono bandite dal lavoro. I talebani hanno assicurato che si tratta di misure temporanee, ma intanto nulla è cambia per donne afghane. “Abbiamo preso nota degli impegni. L’impegno successivo, ora, dipende dalla loro attuazione” ha annunciato il ministero tedesco degli affari esteri.

Secondo le emittenti NDR e WDR, il governo tedesco avrebbe promesso ai talebani di finanziare le scuole in Afghanistan, ma solo a condizione che le ragazze vi possano studiare e le donne insegnare e che i programmi di studio siano quelli che erano in vigore prima che i talebani prendessero il potere. Il denaro non andrebbe inoltre direttamente al governo talebano, ma entrerebbe nel Paese attraverso organizzazioni internazionali.

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