Continua il processo al “cannibale di Berlino”: fondamentale il patologo forense

CANNIBALE
Il patologo forense Michael Tsokos, consulente chiave nel processo al presunto "cannibale di Pankow". Ralf Roletschek (talk) - Fahrradtechnik auf fahrradmonteur.de, GFDL 1.2 , via Wikimedia Commons https://commons.wikimedia.org/wiki/File:2010-07-23-michael-tsokos-5.jpg

Il processo doveva finire venerdì, ma il tribunale di Berlino ha fissato tre ulteriori udienze per dicembre. Sul banco degli imputati Stefan R., dalla stampa già ribattezzato “il cannibale di Pankow“. L’uomo è accusato di aver ucciso la vittima, Stefan T., allo scopo di mangiare parti del suo cadavere.

Alla sbarra il presunto “cannibale di Pankow”

L’imputato, 42 anni, aria poco appariscente, è un insegnante di matematica e chimica, mentre la vittima risiedeva a Lichtenberg, in un appartamento condiviso. I fatti risalirebbero al 6 settembre del 2020, quando Stefan R. ha invitato nel suo appartamento di Pankow il 43enne Stefan T.. Lo avrebbe quindi ucciso per mangiare parti del suo cadavere, per poi gettare alcune parti del corpo della vittima a nord-ovest di Berlino, in luoghi diversi.

Il ritrovamento dei resti è avvenuto quasi due mesi dopo, l’8 novembre, quando alcuni passanti hanno rinvenuto a Buchholzer Graben delle ossa umane, da cui la carne era stata completamente tagliata. Le ossa sono poi risultate appartenenti proprio a Stefan T.. Sono state le unità cinofile a condurre gli investigatori dall’imputato, nel cui appartamento sono stati trovati dei congelatori che contenevano sia altre parti del corpo della vittima che gli strumenti atti a tagliarle.

La testimonianza chiave del patologo forense

Una testimonianza chiave è stata e sarà ancora quella del patologo forense Michael Tsokos, che ha già testimoniato accusando Stefan R. e che sicuramente dovrà testimoniare di nuovo. Tsokos dirige l’Istituto di medicina legale dell’ospedale Charité di Berlino ed è considerato uno dei massimi esperti nel suo campo. Nonostante questo, è messo in discussione dalla difesa, che invece solleva dubbi sulla sua competenza e ha richiesto un secondo perito, ma senza successo. Ma perché la testimonianza di Tsokos è così importante?

Stefan R. ha sempre negato le accuse di omicidio e cannibalismo, anche se la sua attività online lo lega a forum definiti “rilevanti”. Ha sempre asserito di aver conosciuto Stefan T. su una piattaforma per incontri e di averlo invitato nel suo appartamento, la sera del 6 settembre, solo per fare sesso. L’imputato sostiene quindi di aver ritrovato l’uomo morto, il giorno dopo, “accasciato in posizione seduta” sul divano, di aver ceduto al panico e di averlo a quel punto fatto a pezzi per farlo sparire.


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“Vittima morta per una ferita mortale dopo aver assunto GHB”

Proprio questa ricostruzione, però, è negata recisamente da Tsokos, che in base alle analisi compiute sui resti di Stefan T., ha collegato la sua morte a una massiccia perdita di sangue compatibile con una ferita, per esempio, alla carotide o all’arteria femorale. Secondo il patologo forense, inoltre, l’esame tossicologico avrebbe dimostrato l’assunzione da parte della vittima, poco prima della morte, di GHB, droga dal potente effetto sedativo. La difesa obietta invece che il GHB potrebbe essersi formato anche dopo la morte, come effetto della putrefazione.

Il processo è iniziato il 10 agosto e il presunto “cannibale di Berlino” è in custodia cautelare dal 18 novembre. Le udienze continueranno fino al 9 dicembre e la sentenza è attesa per il 22 dello stesso mese. Intanto, un ex partner sessuale di Stefan R. ha riferito in aula che l’imputato aveva precedentemente espresso fantasie legate all’omicidio.

(Fonte: Berliner Morgenpost)

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