Nonostante i colloqui esplorativi per una futura coalizione fra SPD, FDP e Verdi (il cosiddetto “semaforo”) siano stati commentati favorevolmente da tutti i partecipanti, le prime tensioni sembrano già emergere fra i due partiti più distanti politicamente, ovvero i liberali dell’FDP e i Verdi. L’oggetto del contendere, in questo caso, sembra essere il ministero delle finanze, che Christian Lindner, leader dell’FDP, vorrebbe aggiudicarsi.
D’altra parte la questione dei finanziamenti delle riforme è centrale: il documento di 12 pagine emerso dai negoziati è un trionfo di dichiarazioni di intenti e contiene linee guida per progetti di riforma piuttosto ambiziosi, ma esprime anche l’intenzione di non aumentare la pressione fiscale. Il ministero delle finanze, quindi, sarà di vitale importanza nel processo che porta dalla teorizzazione di interventi governativi importanti – come quelli sulle infrastrutture per la mobilità elettrica – alla loro realizzazione pratica.
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Pur essendosi dichiarato formalmente contrario all’avvio di un dibattito sui singoli ministeri, Lindner ha espresso il suo desiderio che ognuno dei tre partiti della coalizione possa esercitare un’influenza sull’operato del nuovo governo. All’interno della stessa dichiarazione, ha citato come esempi di posti chiave la Cancelleria Federale, il ministero delle finanze e il neonato ministero del clima. E d’altra parte non è irragionevole immaginare che l’FDP, come membro più debole della coalizione, rischi di avere meno voce in capitolo sulla distribuzione dei ruoli chiave nel governo.
Durante il fine settimana, i liberali hanno apertamente promosso l’idea di far succedere Lindner al ministero che attualmente è occupato dal candidato cancelliere dell’SPD Olaf Scholz. I Verdi non fanno mistero di non approvare questa auto-candidatura, con il co-leader Robert Habeck che ha seccamente definito “inutile” questo tipo di speculazione e la vicesegretaria del partito Ricarda Lang che ha invece esplicitamente chiesto che il ministero delle finanze sia affidato ai Verdi. Habeck, in un’intervista ad ARD, ha anche definito una questione di “correttezza, buone maniere e saggezza politica” l’astenersi da questo tipo di proposte in questa fase dei negoziati e ha ribadito come le idee dei Verdi e dell’FDP in materia di politica fiscale siano molto diverse.
Va però detto che anche i Verdi, specialmente Ricarda Lang, l’eurodeputato Rasmus Andersen e il ministro delle finanze del Baden-Württemberg Danyal Bayaz hanno apertamente sostenuto l’idea di affidare il ministero proprio a Robert Habeck. Più diplomatici il segretario generale dell’FDP Volker Wissing e l’esperto finanziario dei Verdi Sven Giegold, che si sono rifiutati di entrare nel merito della questione, rimandando il tema dei singoli ministeri alla fase successiva dei negoziati di coalizione.
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