I risultati delle elezioni a Berlino sono ancora oggetto di discussioni e dibattiti, soprattutto in casa CDU. In particolare, si parla del fatto che la CDU non governerà nessun distretto di Berlino, neppure quelli in cui ha vinto. Per capire l’importanza di questa affermazione, bisogna tener presente la fondamentale differenza fra il sistema tedesco e quello italiano. La Germania è uno stato federale composto da 16 Stati (i Länder), che per lo più si possono considerare, almeno geograficamente, simili alle regioni nell’ordinamento italiano (anche se con autonomie molto più estese, ognuno con il proprio governo, il proprio ministro-presidente e i propri ministeri). Tre di questi stati – Berlino, Brema e Amburgo – non sono però intere regioni, ma città-stato. Questo vuol dire che le elezioni “comunali” di Berlino differiscono da quelle di una qualsiasi città italiana e delle normali città tedesche per il peso amministrativo e di autonomia che si riconosce al sindaco e ai membri del Senato cittadino. La città è a sua volta divisa in distretti amministrativi, ognuno dei quali ha la sua giunta e il suo sindaco. Oltre alle elezioni per il Senato della città-stato, quindi, i Berlinesi hanno recentemente votato anche per le amministrazioni di quartiere e, a seconda dei seggi acquisiti, i partiti hanno determinato, in ogni giunta, una coalizione di governo, proprio come avviene a livello del Land e a livello federale.
Perché la CDU non governerà nessun distretto di Berlino?
Fatta questa doverosa premessa, che serve a contestualizzare la situazione per coloro che, fra nostri lettori, non avessero familiarità con l’ordinamento tedesco, possiamo analizzare il singolare fenomeno per cui il partito dei cristiano-democratici emerge da queste elezioni come una “Cenerentola” politica, che nessuno sembra voler invitare al gran ballo della coalizione.
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La compagine cristiano-democratica, nella capitale tedesca, ha riportato risultati non particolarmente entusiasmanti, vincendo solo in tre distretti: Reinickendorf, Steglitz-Zehlendorf e Marzahn-Hellersdorf. Nonostante questo, la CDU non governerà nessun distretto di Berlino, perché gli altri partiti si sono coalizzati in modo da garantire una maggioranza gestibile nelle giunte distrettuali escludendola per ragioni sempre più o meno simili.
Steglitz-Zehlendorf
Steglitz-Zehlendorf è una roccaforte della CDU a livello locale: da oltre dieci anni i cristiano-democratici governano il distretto in coalizione con i Verdi. Questa volta, tuttavia, l’alleanza potrebbe rompersi e la candidata dei Verdi Maren Schellenberg potrebbe diventare sindaca senza avere in coalizione il cristiano-democratico Cerstin Richter-Kotowski. A corteggiare i verdi c’è invece Ruppert Stüwe dell’SPD, che sostiene che l’alleanza nero-verde abbia esaurito i punti di contatto. Si accoda l’FDP, con l’idea di riflettere a livello distrettuale il “semaforo” nazionale, con l’ambizione di convincere anche Die Linke a sostenere una coalizione il cui scopo dovrebbe essere “il cambiamento”.
Reinickendorf
Anche a Reinickendorf si va verso una coalizione specchio di quella federale, ovvero per un “semaforo” guidato da Uwe Brockhausen dell’SPD, che dovrebbe diventare sindaco nonostante la maggioranza dei voti, proprio come a Steglitz-Zehlendorf, siano andati alla CDU. Va detto che, in questo quartiere, i cristiano-democratici hanno comunque perso terreno rispetto al passato. L’FDP, che potrebbe essere considerata l’alleato naturale della CDU, attribuisce la colpa di una mancata coalizione giallo-nera a una mancanza di impegno in tal senso da parte della stessa CDU e al tempo stesso celebra la coalizione a semaforo esprimendo posizioni molto simili a quelle di Lindner nella coalizione di governo al Bundestag, circa un percorso progressista che i liberali avrebbero deciso di intraprendere.
Marzahn-Hellersdorf
Nel distretto di Marzahn-Hellersdorf, a est di Berlino e storicamente uno dei più polarizzati della città, costantemente spaccato fra estrema destra ed estrema sinistra, la CDU ha riportato una vittoria piuttosto risicata, aggiudicandosi il 20,8% dei voti, contro il 20,3% della SPD. In termini di seggi, però, questo vantaggio si annulla completamente, dal momento che il risultato è il medesimo ed entrambi i partiti si sono ritrovati a occupare 12 seggi nell’amministrazione distrettuale. Al momento è probabile che alla guida del governo distrettuale sarà nominato Gordon Lemm, dell’SPD, in una coalizione penta-partitica che comprende anche Die Linke, i Verdi, il Partito per la Protezione degli Animali e l’FDP. Questa alleanza multicolore e a dir poco improbabile riesce a mettere insieme ben 33 seggi, ovvero cinque in più dei 28 necessari a formare un governo. Secondo Lemm, una cordata di questo genere, che sarebbe impensabile a livello federale, è più che praticabile, poiché, quando si discute di amministrazione locale, le barriere ideologiche non sono forti e rilevanti quanto lo sarebbero dovendo deliberare su questioni politiche di portata nazionale. Dal canto suo, Johannes Martin, candidato della CDU al distretto in questione, si è lamentato del fatto che gli altri partiti non abbiano voluto neppure incontrare la CDU in fase di formazione della coalizione e che una simile alleanza a livello distrettuale, combinata con il governo rosso-verde-rosso della città, finisce per condannare le periferie a subire politiche pensate avendo in mente solo i quartieri del centro.
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