Dopo la rabbia del fine settimana, a Berlino non accenna a diminuire l’insoddisfazione di chi si trova a dover partire dall’aeroporto cittadino. Il caos al BER, infatti, continua, e pare che sia stato richiesto ai passeggeri di Lufthansa di recarsi in aeroporto addirittura quattro ore prima della partenza, contro le due di anticipo richieste durante il fine settimana e che pure avevano creato disagio.
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Il Berliner Morgenpost ha citato a questo proposito il caso di un passeggero diretto a Francoforte sul Meno e che ha ricevuto un’e-mail in cui gli si consigliava espressamente di recarsi al terminal “almeno 240 minuti prima della partenza”.
I problemi del BER, tuttavia, non si limitano solo alla fase del check-in. Si parla infatti anche di ritardi ai controlli di sicurezza e di disservizi nel settore di caricamento dei bagagli, dovuti spesso alla carenza di personale.
BER e Lufthansa rispondono alle critiche
Lufthansa ha cercato di giustificarsi in tutti i modi, dichiarando di aver aperto il numero massimo di banchi disponibili per il check-in per far fronte al sovraffollamento. Ha inoltre imputato i disservizi alle procedure di controllo legate al Coronavirus e quindi alla verifica di test e certificati di vaccinazione.
La società che gestisce l’aeroporto ha invece attribuito gran parte dei problemi di venerdì e domenica, sebbene anche sabato abbia avuto la sua quota di disservizi, a una carenza di personale dovuta a un elevato numero di persone in malattia. In realtà, l’associazione degli aeroporti (Flughafenverband – ADV) ha parlato anche di un problema sistemico, dovuta al fatto che gli ex cassaintegrati aeroportuali hanno terminato il rapporto di lavoro con la società e non è possibile assumere nuovo personale in regime di orario ridotto. Il sindacato Verdi, sottolinea, a questo proposito, anche le pessime condizioni del personale. Secondo l’esperta del sindacato per il settore aeroportuale, Mira Neumaier, salari bassi e durezza delle mansioni avrebbero portato il 16% del personale di volo e addirittura la metà del personale di terra ad abbandonare il loro lavoro.
(Fonte, Berliner Kurier)
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