La crisi del trasporto pubblico durante la pandemia è destinata ad avere enormi ripercussioni sull’economia tedesca (e in particolare su quella berlinese) nei prossimi anni. Mentre, da un lato, la politica cerca di incentivare la mobilità sostenibile – e quindi anche l’utilizzo dei mezzi pubblici – dall’altro le aziende che gestiscono i trasporti urbani sono costrette ad aumentare i prezzi per far fronte ai mancati introiti dovuti a due anni spesi fra lockdown e vagoni a capienza ridotta. A Berlino, la BVG, l’azienda che gestisce la rete dei trasporti urbani, lamenta, stando alle proiezioni per la fine dell’anno, un “buco” di quasi 230 milioni di Euro, che potrebbero aumentare considerevolmente anche a causa dei cospicui investimenti in programma.
Ormai da alcuni mesi, nella capitale tedesca, il pubblico ha ripreso a usare quasi entusiasticamente i trasporti pubblici: i tram mattutini con un singolo passeggero sono un ricordo del passato e l’occupazione dei mezzi ha raggiunto l’80% per la prima volta dall’inizio della crisi, ma questo non basta per contenere i debiti ai quali l’azienda va incontro.
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La BVG ha stimato di poter chiudere il 2021 con 737 milioni di corse acquistate, ovvero poco più dello scorso anno (che si chiuse con 728,5 milioni) e ancora irrimediabilmente sotto il miliardo e 126 milioni di corse effettuate nel 2019.
La crisi del trasporto pubblico continuerà anche dopo la pandemia
È ormai chiaro che, anche in un futuro post-pandemico, la crisi del trasporto pubblico è destinata a proseguire. Le aziende devono fare i conti con il cambiamento delle abitudini di moltissimi ex utenti abituali, con il fatto che l’home office, almeno in forma parziale, è entrato a far parte della vita lavorativa di diverse categorie professionali – e che numerosi lavoratori intendono mantenerlo anche dopo che ogni rischio sarà passato – e anche, semplicemente, con il fatto che in molti hanno perso l’abitudine a viaggiare sui mezzi pubblici e non sono a proprio agio in un vagone affollato, prediligendo piuttosto spostamenti in solitaria in bicicletta, scooter, auto privata o car sharing. Questo vuol dire che la BVG, per tornare competitiva sul mercato dei trasporti, dovrà riadattare il suo servizio e incentivare il pubblico in modi nuovi.
Il cambiamento delle abitudini appare evidente se si considera il numero degli abbonamenti, che fra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 aveva toccato i 333.000 e a marzo dello scorso anno è sceso a 282.000
Si stima che l’azienda sia in grado di fare fronte alle perdite in ragione di circa 26 milioni di Euro, ma il grosso del disavanzo – circa 200 milioni- dovrebbe essere coperto dai governi federale e del Land, i quali a loro volta sono sottoposti a notevoli pressioni dalla necessità di finanziare la ripresa e gli aiuti alle aziende con risorse già duramente intaccate da due anni di crisi pandemica.