Taglio dello stipendio per i non vaccinati in quarantena: giro di vite in Germania

taglio dello stipendio
Jens Spahn. Di Olaf Kosinsky, CC BY-SA 3.0 DE , via Wikimedia Commons

Dopo il 3G, che in alcuni casi può diventare 2G, e dopo l’abolizione, a partire da ottobre, dei test gratuiti, in Germania arriva un nuovo giro di vite. Il ministro della salute Jens Spahn, infatti, si è dichiarato a favore del taglio dello stipendio per i non vaccinati in quarantena. E la proposta è stata già recepita da più di un Land.

Secondo Spahn, una misura dovuta per rispetto dei contribuenti

Al momento al dipendente in quarantena viene comunque corrisposto uno stipendio pieno, anche per i giorni di lavoro sospeso. È un diritto stabilito dalla legge tedesca sulla protezione dalle infezioni. Siccome però sono i contribuenti a finanziare le integrazioni sostitutive del salario, la logica del ministro è che sia ingiusto costringere la collettività a pagare per coloro che avrebbero potuto evitare la quarantena vaccinandosi.

Secondo l’agenzia di stampa epd, Spahn ha chiarito che la decisione spetta agli stati federali, ma ha aggiunto che capirebbe perfettamente se la direzione scelta fosse quella del taglio dello stipendio. “Alla fine, sono i contribuenti che finanziano questo tipo di beneficio, destinato a qualcuno che avrebbe potuto essere vaccinato”. Spahn ha continuato: “Non vedo perché, alla lunga, dovrebbero essere gli altri a pagare, se qualcuno non sceglie la vaccinazione gratuita quando potrebbe farlo”.


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Taglio dello stipendio: dove e quando verrà applicato

Sempre secondo l’epd, alcuni stati federali hanno già deciso di interrompere il pagamento integrativo degli stipendi: il Baden-Württemberg, ad esempio, smetterà di pagare lo stipendio pieno ai non vaccinati in quarantena il 15 settembre.

In Nord Reno-Westfalia una decisione simile potrebbe essere presa questa settimana. Il ministro della salute dal Land, Larl-Josef Laumann (CDU), ha dichiarato: “Se mi prendo la libertà di non vaccinarmi, devo anche essere personalmente responsabile, fino in fondo, delle conseguenze che ne derivano”.

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Von Olaf Kosinsky – Eigenes Werk, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38191541

La Renania-Palatinato autorizzerà le trattenute sullo stipendio a partire 1° ottobre, mentre la minsitra della salute della Bassa Sassonia, Daniela Berens (SPD), ha dichiarato che il provvedimento sarà adottato da metà ottobre. Anche l’Assia ha annunciato di volersi incanalare nella stessa direzione, ma non ha ancora indicato una data concreta.

Anche in Baviera il ministro della sanità, Klaus Holetschek (CSU), ha dichiarato al quotidiano “Süddeutsche Zeitung” che coloro che non si vaccinano, anche potendo, non hanno a suo avviso diritto alla compensazione del mancato guadagno in caso di quarantena obbligatoria. “Non può essere l’intera comunità a pagare, in questi casi” ha commentato, ribadendo di fatto la linea di Spahn.

Meclemburgo-Pomerania Anteriore e Schleswig-Holstein spingono infine perché il principio si imponga a livello federale.

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© Martina Nolte

Le eccezioni: Berlino e Amburgo

Berlino devia da questa direzione, perché nella capitale tedesca gli obblighi di quarantena potrebbero applicarsi anche ai vaccinati, in caso di sintomi evidenti o di contatto con persone contagiate da varianti del virus. Si distanza dalla proposta di Spahn anche Amburgo, in cui al momento non si pensa di applicarla.

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