A partire da metà ottobre, chi non si vaccina dovrà pagare per i test necessari per accedere a eventi e servizi. Il governo tedesco, fino a questo momento, ha coperto i costi dei test rapidi necessari in alternativa al certificato vaccinale o alla prova di guarigione, per tutte le attività nelle quali ci si aggrega al chiuso. Nel vertice di oggi fra governo federale e primi ministri dei singoli Stati, si è deciso di eliminare la sovvenzione statale per questo genere di test, con pochissime eccezioni.
La decisione era nell’aria: diversi esponenti tanto dei partiti di coalizione quanto dell’opposizione, fra i quali il primo ministro bavarese Markus Söder (CSU), il ministro delle finanze Olaf Scholz (SPD) e il candidato cancelliere della CDU Armin Laschet, si erano espressi in questo senso nei giorni scorsi. Favorevoli anche il sindaco di Berlino Michael Müller (SPD) e la senatrice all’economia di Berlino Ramona Pop (Verdi). Lo scopo di questa manovra è aumentare la pressione su chi ha rifiutato fino a ora di vaccinarsi, rendendo più difficile e costoso l’accesso a ristoranti, palestre, eventi culturali o sportivi e in generale la partecipazione a qualsiasi forma di aggregazione. Il provvedimento entrerà in vigore dall’11 ottobre di quest’anno.
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Le eccezioni e i costi: ecco chi non deve pagare per i test
I test continueranno a essere gratuiti per le persone che non possono essere vaccinate a causa di specifiche patologie e per quelle categorie per le quali al momento la vaccinazione non è specificamente raccomandata, come le donne incinte e i minori di 18 anni. Tutti gli altri, se non vaccinati, dovranno pagare per i test di tasca propria. Non ci sono ancora indicazioni precise sui costi dei test, che dipenderanno probabilmente dai singoli gestori dei centri test. Si stima che un test rapido possa arrivare a costare fra i 20 e i 30 Euro.
I test accettati in alternativa al certificato vaccinale o alla prova di guarigione sono quelli antigenici rapidi, purché non più vecchi di 24 ore, o i test PCR, che possono arrivare a un massimo di 48 ore.
Si discute ancora sull’opportunità di richiedere il test o la prova di vaccinazione/guarigione per tutte le attività al chiuso, ma c’è completo accordo sulla necessità di implementare queste regole nel caso delle seguenti attività:
Ospedali, case di cura e strutture per disabili
Ristorazione al chiuso
Eventi e feste al chiuso
Funzioni religiose al chiuso
Servizi legati al corpo (come parrucchieri o estetisti)
Strutture sportive al chiuso, come piscine o palestre
Soggiorno in strutture ricettive (come hotel o B&B)
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