Il giornalista turco Erk Acarer è stato aggredito da tre uomini, che lo aspettavano nel cortile della sua casa di Berlino, nella zona di Neukölln-Rudow. Acarer è ferito ed è stato tenuto sotto osservazione a causa si un gonfiore alla testa, ma non sarebbe in pericolo di vita. L’attacco sarebbe avvenuto intorno alle 21.50 di mercoledì sera.
Berlin’de evimin içinde bıçaklı ve yumruklu saldırıya uğradım. pic.twitter.com/ZLaCAikpQs
— Erk Acarer (@eacarer) July 7, 2021
Il giornalista: “Picchiato da islamisti, fascisti e sostenitori di Erdogan”
Il giornalista, che vive in esilio in Germania con la moglie e la figlia dal 2017, ha dichiarato di conoscere i suoi aggressori e li ha identificati come “islamisti, fascisti e sostenitori dell’AKP e dell’MHP”. L’AKP è il partito del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, verso il quale Acarer è sempre stato fortemente critico. L’MHP è il partito nazionalista più vicino al partito di governo.
Il giornalista turco ha dichiarato di essere pronto a continuare con la propria attività e di non avere alcuna intenzione di “arrendersi al fascismo”. Acarer, insieme ad altri giornalisti, è stato accusato di aver pubblicato informazioni segrete sulle attività di sicurezza e di intelligence dello Stato e per questo è stato costretto a lasciare la Turchia, cosa che ha fatto con l’aiuto di Reporter Senza Frontiere.
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Pugni, calci e coltellate
Sul suo profilo Twitter, Acarer ha parlato di un attacco a pugni, calci e coltellate, ma al momento la polizia non ha confermato se gli aggressori fossero o meno armati di coltelli.
Dal momento che il giornalista turco ha tracciato un collegamento diretto fra l’aggressione e il partito governativo di Erdogan, il caso è stato affidato al dipartimento di polizia che si occupa dei crimini a sfondo politico.
Acarer ha lavorato, in Turchia, per diversi giornali e riviste, fra cui Sabah, Cumhuriyet, Milliyet e Habertürk e, più di recente, da Berlino, ha collaborato con il quotidiano di opposizione Birgün, affrontando prevalentemente temi legati al terrorismo, al fondamentalismo islamico e alla guerra in Siria.
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