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Tedesco cerca tandem per imparare il romano! Daje!

I tandem linguistici sono uno strumento essenziale per imparare una lingua. Lo sanno bene i tanti Italiani in Germania, che cercano compagni di conversazione sui social o sulle apposite app, per familiarizzare con il tedesco parlato, offrendo in cambio la possibilità ai tedeschi che studiano l’italiano di fare un po’ di pratica con un madrelingua.

Qualche giorno fa, però, su uno dei gruppi per tandem linguistici più popolari fra i nostri connazionali, è comparso un post davvero fuori dal comune. Si trattava del messaggio di Lukas, un giovane tedesco che cercava un tandem per imparare non l’italiano, ma il romanesco. Ovviamente, lo abbiamo intervistato, lasciando le sue risposte nello splendido mix italo-romano con cui ce le ha fornite, ricordandoci che il motivo principale per imparare una lingua è la passione per la cultura di un popolo, in tutte le sue espressioni. E che per apprendere, con o senza tandem, bisogna trovare la motivazione giusta.


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Ciao Lukas, ci parli un po’ di te? Chi sei, in che ambito lavori, dove vivi, cosa ti piace…

Ciao, grazie per avermi invitato! Sono Lukas, faccio il venditore per internet ngopp’ a fibra ottica e per hobby sto a studia’ l’italiano e i suoi dialetti. Sopratutto me piace er romano o il napoletano, anche se me sento più comodo col romano, ché il napoletano è popo una lingua a sé stante. Abito vicino ad Aalen, in un piccolo villaggio in campagna. A prescindere dall’Italiano, me piace andare in bici, sciare e in generale muovermi.

Come è nata la tua passione per il romano? Dove l’hai ascoltato la prima volta e perché hai deciso di impararlo?

Bella domanda! L’ho incontrato per la prima volta nella serie “Suburra”, che ho guardato per 4 volte. La prima volta dovevo interrompere spesso, perché mi mancavano tante parole e me le sono appuntate tutte per studiarle dopo. Poi so’ migliorato un po’ e me so’ abituato al suono del romano. Le parole come “na piotta“, “mezza fella“, “daje“, “accanna“, “avoja, etc. hanno fatto colpo e mi sono interessato sempre più di questo dialetto. Ovviamente voglio studiare e migliorare il mio Italiano, ma allo stesso tempo vorrei anche aggiungere delle briciole di romano. I dettagli fanno un bel mix, credo.

Hai visitato Roma o conti di farlo in futuro?

Purtroppo non ancora. Che peccato no, lo volevo fa’ quest’anno per la Festa della Repubblica, ché voglio assolutamente vede’ le frecce tricolori quando sorvolano l’Altare della Patria. E ‘sto virus m’ha cancellato i piani. In Italia ci vado pure quest’anno, ma non ancora a Roma. Spero tanto di poterlo fare il prossimo anno. I piani almeno ci sono. Stamo a vedé quanno potrò.

È evidente che, per arrivare a voler padroneggiare un “dialetto” (anche se il romanesco è più un gergo), devi avere già una buona padronanza dell’italiano. Dove l’hai imparato?

Già. Ci sono vari fattori: prima è assolutamente essenziale avere voglia di studiare una nuova lingua. Sennò accanna ché non avrai la forza per resistere quanto ce vo’. E questo lo dico per esperienza. La prima volta volevo iniziare con l’italiano tre anni fa. Ho usato l’app di Duolingo. L’ho fatto per tre o quattro settimane. Poi ho perso la voglia e non mi piaceva più. Un anno dopo, quando ho finito l’università, volevo ancora studiare qualcosa di nuovo. Ma non solo un nuovo corso o qualcosa del genere. No, volevo apprendere qualcosa che mi aiuterà ovunque io sia. Per questo mi è tornata l’idea dell’italiano e ho deciso di studiarlo. Ma questa volta con la motivazione giusta per continuare.

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Anna Magnani, “Mamma Roma”. Screenshot catturato e caricato da LucaPaz, Public domain, via Wikimedia Commons

Ho cominciato di nuovo con Duolingo per le basi, ma ho aggiunto pure dei canali Youtube per imparare nuove parole. Pure canali con scemenze come TheShow. Così potevo imparare nuove parole che si usano ogni giorno. Pure per scherzare.

Passo dopo passo ho anche cominciato ad ascoltare musica italiana. Emis Killa, Clementino, Rocco Hunt, Franco 126, Carl Brave etc. Ma pure altri generi, come Francesca Michielin, Laura Pausini, etc. Pure la radio me ha aiutato assai: intanto preferisco Radio Zeta perché suona sopratutto musica italiana moderna e parlano pure un po’, così posso beccarmi delle nuove parole. Per farla breve: mi sono creato un bel mix per integrare l’Italia nella mia vita quotidiana. Così si impara con passione e non ci si stufa mai.

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Il Colosseo, Roma. Di FeaturedPics – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=95579199

Quali sono, fino a questo momento, le espressioni romanesche che ti divertono o ti affascinano di più?

Okay non sono un vero romano, anzi sono molto tedesco. Però ci sono delle parole che ho appreso e che uso spessissimo quando parlo con gli italiani. Prima di tutto c’è il gerundio, che uso (anche se non lo capisco), per cui dico “che stai a fa’” invece di “cosa stai facendo”. Deriva dal fatto che ascolto e guardo molti contenuti in romano penso… ma non è grave, perché tutti capiscono quello che voglio dire. E se per esempio parlo con una persona di Milano mi correggo pure. Poi uso “amazza”, “accanna”, “avoja”, “daje”, “aridaje”, “che tajo”, “na sòla”, “che vor di’”, etc. Non è romano avanzato, ma siamo all’inizio, no?

Ti è capitato di provare a tradurre qualcuna delle espressioni più creative della parlata romana in tedesco? E, se si, come hanno reagito i tuoi interlocutori tedeschi?

Direi che “li mortacci tua” è l’espressione adatta per questa domanda. Mi hanno detto che non è necessariamente offensivo e che dipende con chi parli. Comunque non ho mai sentito un’espressione così in tedesco e penso che non esista. Un mio amico ha riso moltissimo e gli piace st’espressione perché è così divertente.


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Sei poi riuscito a trovare un compagno di tandem con cui parlare romano?

Ma figurati! Ho smesso a contare con quanti italiani e italiane già ho parlato. Ovviamente il tandem non funziona con tutti, quindi a volte si deve dire ciao e trovare nuovi contatti. Posso dire che in questi giorni ho un bel mix di persone con cui parlo. Qualcuno del nord, qualcuno di Roma, Napoli, Campania, Sardegna etc. Come ho detto, è importante ad integrare questo nel quotidiano. E se ho tempo, facciamo pure una videochiamata ogni tanto per imparare insieme più spontaneamente.

Sono le telefonate che mi hanno fatto fare un bel progresso nel modo di parlare. Sbaglio ancora spessissimo, ma tanto si capisce che voglio dire, no? E questo mi piace. È come un puzzle che si completa sempre più. Il mio proprio piccolo mondo italiano.

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