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Køpi 137: il tribunale decreta lo sgombero. Gli occupanti “faremo ricorso”

La battaglia legale sugli spazi del Køpi 137 – lo storico edificio occupato in Köpenicker Straße, a Berlino – sembra destinata a concludersi con lo sgombero degli occupanti, come del resto sta accadendo a molti spazi occupati della capitale tedesca. Poche settimane fa, gli occupanti e diverse centinaia di simpatizzanti avevano manifestato contro l’intenzione della società proprietaria dell’edificio e degli spazi circostanti di far sgomberare l’area accanto alla struttura principale, che al momento ospita camper e roulotte, nelle quali vivono una cinquantina di persone.

Il tribunale ha deciso in favore dei proprietari

Il tribunale regionale chiamato a decidere sulla causa intentata da Startezia GmbH contro gli occupanti ha deciso in favore dei proprietari e decretato lo sgombero. La sentenza è stata accolta con clamore e ostilità da parte dei circa 100 occupanti presenti (non è stato possibile permettere la presenza di un gruppo più ampio, a causa delle regole di distanziamento ancora in vigore). Dal pubblico si sono levate grida all’indirizzo del giudice e dei proprietari dell’immobile, definiti “fascisti” e le forze dell’ordine hanno espulso dall’aula alcuni spettatori.


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Il collettivo presenterà un ricorso

Il collettivo che gestisce il Køpi 137 ha reso nota, tramite l’avvocato Moritz Heusinger, l’intenzione di presentare un ricorso e che di opporsi con qualsiasi mezzo allo sfratto.

Una superficie complessiva di 2600 metri quadri

L’area attualmente contesa fra Startezia Gmbh e gli occupanti del Køpi 137 comprende tre lotti non edificati, per una superficie complessiva di 2600 metri quadri. La concessione per l’utilizzo di questo spazio è scaduta nel 2015 e i proprietari vogliono sgomberarla entro novembre, ovvero prima che scadano i permessi di costruzione ottenuti, che aumentano il valore del terreno in questione. Al momento l’edificio principale gestito dagli occupanti non è a rischio sgombero.

Le argomentazioni legali degli occupanti

Le argomentazioni legali in difesa degli occupanti si incentrano prevalentemente sul fatto che i legali che hanno negoziato la cessione del terreno a Startezia Gmbh non avessero l’autorità per completare la transazione e che il presunto amministratore delegato dell’azienda sia solo una testa di legno piuttosto che il reale proprietario.

A suffragio di questa teoria ci sarebbe la difficoltà di identificare il CEO, la cui firma su diversi documenti apparirebbe tanto difforme da far sospettare che sia stata apposta da due persone diverse, e che non si è presentato in tribunale nonostante fosse stato convocato personalmente dal giudice.

Sempre secondo Heusinger e i suoi assistiti, il vero proprietario sarebbe Siegfried Nehls, il quale avrebbe trasferito la proprietà del terreno oggetto del contendere fra diverse aziende, tutte di sua proprietà. Qualora, quindi, gli avvocati di Startezia avessero negoziato la cessione dei lotti fra aziende con il medesimo proprietario, su mandato di un amministratore inesistente, l’intera operazione ne risulterebbe invalidata.

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