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“Patria”, il fascismo visto dagli occhi di una bambina. Il graphic memoir di Bruna Martini

Patria. Come si vive sotto una dittatura in tempo di guerra” è un graphic memoir realizzato dall’illustratrice, fumettista e autrice di lungometraggi Bruna Martini e uscito per Becco Giallo.

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“Gentile Signora Martini, vorrei ringraziarla per il suo libro. È un’efficace e appassionata testimonianza della vita sotto un regime totalitario”
Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella

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“Patria. Come si vive sotto una dittatura in tempo di guerra”: il fascismo descritto da una bambina

Il libro racconta l’Italia fascista vista attraverso gli occhi di una bambina e ha avuto un enorme riscontro sui principali media italiani, anche per la sua originalità.

L’opera combina infatti materiali diversi: disegni, cartoline, foto d’epoca, quaderni, libri, pagelle scolastiche, e bellissime immagini disegnate e dipinte a mano. Un caleidoscopio di testimonianze e manufatti d’epoca fascista che ci restituiscono la narrazione di un’epoca votata al culto di Benito Mussolini.

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Una storia vera, la storia di Graziella

La bambina in questione, inoltre, non è immaginaria, ma di carne e ossa. Si tratta infatti di Graziella Mapelli, classe 1932, zia dell’autrice cresciuta durante il ventennio fascista.

Il suo tempo di bambina era scandito da lettere ai soldati imposte a scuola, proclami retorici veicolati dai media, adunate, cibo razionato, bombardamenti e deportazioni delle famiglie ebree. E le pagine del graphic memoir rendono perfettamente quella manipolazione con cui sia la scuola fascista, sia i principali organi di propaganda, indottrinarono l’Italia dei bambini, ma anche degli adulti.

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Grazia Mapelli posa con “Patria. Come si vive sotto una dittatura in tempo di guerra”, il graphic memoir di Bruna Martini

Il successo del libro e l’elogio del presidente Mattarella

Il lavoro capillare di Bruna Martini ha avuto finora un ottimo successo. Oltre ad essere stato promosso da testate che vanno dal Corriere della Sera a Repubblica ed essere stato oggetto di uno speciale approfondimento da parte di Rai3, “Patria. Come si vive sotto una dittatura in tempo di guerra” è arrivato quinto nella classifica dei migliori fumetti d’Italia su l’Indiscreto.

Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha apprezzato molto e ha scritto all’autrice una lettera di suo pugno per farle i complimenti.

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Autoritratto di Bruna Martini

Oltre al valore storico e documentaristico dell’opera, che fa riflettere su un periodo storico e su un tema che non sarà mai superato, come non è superata la memoria, interessantissimo è inoltre lo stile del libro. Il lavoro di Bruna Martini è infatti un bellissimo esempio di illustrazione contemporanea, con disegni che dialogano e si fondono con materiale multimediale.

Il graphic memoir, subcategoria delle graphic novel, si presta perfettamente a questo tipo di operazione e in “Patria” la storia personale di Graziella si collega alla Storia con la S maiuscola regalando al lettore un’esperienza quasi diretta del Fascismo.


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L’empatia e l’identificazione del lettore con la piccola Graziella sono infatti rese possibili grazie al ricchissimo impianto visivo che illustra vividamente la storia, evocando l’esperienza raccontata con grandissima forza.

La stessa Bruna Martini spiega perché abbia voluto creare un collage in cui disegni, rime e documenti storici si fondono l’uno dell’altro. L’autrice infatti dichiara: “Mi sono accorta, studiando la macchina propagandistica fascista, che questa possedeva un forte carattere multimediale. I fascisti promuovevano i principi della loro ideologia attingendo a molte forme eterogenee di espressione, dall’arte alta come la letteratura, la poesia, la pittura, la scultura o l’architettura, a quella legata alla quotidianità, come la moda, i francobolli, gli annunci pubblicitari, i filmati e i programmi radiofonici”.

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Grazia Mapelli da bambina

Chiarisce inoltre che, durante il ventennio fascista, forme di comunicazione diverse si univano per determinare un indottrinamento massiccio dagli italiani e trovavano in questo processo uno strumento di consolidamento del potere.

“In maniera simile” spiega ancora Bruna Martini “nel mio libro mescolo fotografie, dipinti e disegni con oggetti più banali e quotidiani. Lo faccio per riferirmi al carattere multimediale della macchina propagandistica fascista”.

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