Mercoledì si è tenuta a Berlino una manifestazione di solidarietà con le proteste in atto in Colombia fin dal 29 aprile scorso, proteste che il governo del presidente Iván Duque ha represso sanguinosamente. Al momento le ONG denunciano oltre 40 morti e più di 800 feriti ad opera delle forze di polizia, soprattutto degli squadroni mobili anti-sommossa (Esmad). Oltre 400 persone sono state arrestate. I manifestanti sono soprattutto giovani, fra cui molti studenti universitari. Diversi feriti hanno perso un occhio e alcune delle donne hanno denunciato abusi sessuali da parte degli agenti dell’Esmad in seguito a fermi e detenzioni temporanee.
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La manifestazione che si è tenuta a Berlino è stata organizzata soprattutto attraverso i social media da alcuni cittadini colombiani residenti nella capitale tedesca ed è partita dalla sede dell’Ambasciata colombiana, in Taubenstraße, per poi spostarsi attraverso Mitte, passando per Unter den Linden e arrivando alla Porta di Brandeburgo.
Che cosa ha scatenato le proteste in Colombia
Le proteste in Colombia sono iniziate alla fine del mese scorso, quando il governo di Iván Duque ha proposto una riforma tributaria che, fra le altre cose, aumentava le imposte sul reddito e sui prodotti di prima necessità e concedeva considerevoli sgravi fiscali alle grandi corporazioni. Tutto questo avveniva nel quadro dell’ondata pandemica di Covid-19 che vede la Colombia al terzo posto fra i Paesi più colpiti dell’America Latina, dopo Brasile e Argentina, con oltre 2.700.000 casi confermati e più di 75.000 morti.
In seguito al montare della protesta Duque ha chiesto al Congresso di ritirare la proposta di riforma, ma le manifestazione avevano ormai assunto una dimensione e una prospettiva al di là del singolo caso scatenante e spostato l’attenzione internazionale.