L’uomo che non fece il saluto a Hitler: la tragica storia di August Landmesser
Tutti fanno il saluto a Hitler ma lui no, se ne resta a braccia conserte: la foto è famosissima, ma non tutti sanno qual è la storia dell’uomo misterioso che potete vedere in questa foto. Per questo ve la raccontiamo.
August Landmesser: un amore definitivo
August Landmesser nacque ad Amburgo nel 1910. Nel 1931 entrò nel partito nazista, spinto dalla necessità di ottenere un lavoro. Poco dopo accadde qualcosa che influenzò il suo futuro e tutta la sua vita: si innamorò di Irma Eckler, una ragazza ebrea, e i due decisero di sposarsi nel 1935.
In quello stesso anno, tuttavia, furono promulgate le famigerate Leggi di Norimberga, che proibivano le unioni tra tedeschi e persone appartenenti alle cosiddette “razze inferiori”. Di conseguenza le pubblicazioni del matrimonio tra August e Irma non furono accettate dall’ufficio del registro del comune di Amburgo.
In seguito a questo evento, August venne espulso per indegnità dal partito nazista. Tuttavia non smise di restare a fianco di Irma, dalla quale nello stesso anno ebbe una bambina, Ingrid. Sia a Ingrid che alla seconda figlia, Irene, venuta alla luce nel 1937, non venne riconosciuto il cognome paterno ed entrambe assunsero quello della madre.
Il rifiuto del saluto a Hitler
Il 13 giugno 1936 ci fu, presso il cantiere Blohm+Voss di Amburgo, l’importante varo di una nave scuola della marina militare tedesca, la Horst Wessel. Alla cerimonia era presente persino Adolf Hitler e tutte le autorità e gli operai presso l’arsenale navale furono immortalati in una fotografia mentre gli facevano il saluto. Tutti tranne uno, che restò invece a braccia conserte. Un gesto decisamente provocatorio e sicuramente radicale, vista l’epoca e il contesto.
Questa fotografia fu ritrovata solamente nel 1991 e venne pubblicata nel marzo dello stesso anno dal quotidiano tedesco die Zeit. Fu quindi esposta nel centro di documentazione “Topografia del terrore”, presso il vecchio quartier generale della Gestapo a Berlino.
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Chi è l’uomo nella foto?
La mostra berlinese “Topografia del terrore” presume, nel testo esplicativo della foto, che la persona con le braccia incrociate sia “presumibilmente August Landmesser“. Anche Irene, la figlia di Landmesser, asserì di aver riconosciuto il padre nella stessa foto.
L’identità del soggetto, tuttavia, è tutt’altro che pacificamente acclarata. Diversi storici infatti sostengono che l’uomo non sia Landmesser, ma Gustav Wegert, un operaio metallurgico che lavorava per la Blohm+Voss nello stesso periodo e che rifiutava abitualmente il saluto a Hitler per motivi religiosi.
I sostenitori di questa teoria ritengono che, esaminando la celebre foto e poi le foto di famiglia dei due uomini, Wegert sarebbe molto più somigliante di Landmesser all’anticonformista con le braccia incrociate immortalato nel 1936.
Quale che sia la verità, torniamo alla drammatica storia di August e Irma.
La fuga fallita e il processo per “profanazione razziale”
Nel 1937 August Landmesser e Irma Eckler cercarono di fuggire illegalmente in Danimarca, ma vennero fermati al confine e arrestati. Nel luglio del 1937 fu avviato contro Landmesser un procedimento per “profanazione razziale”.
Landmesser fu detenuto preventivamente nel penitenziario di Fuhlsbüttel, ad Amburgo, e quindi affrontò un processo. Riuscì a sostenere in modo credibile che né lui né Irma Eckler avessero nozione del fatto che la donna fosse “totalmente ebrea”. Di conseguenza fu assolto nel 1938 per mancanza di prove, ma fu anche avvertito che se avesse perseverato nel portare avanti la relazione, avrebbe pagato con il carcere.
Il secondo arresto di August e la triste fine di Irma
Per Landmesser lasciare Irma non fu mai un’opzione e la relazione continuò, anche in pubblico. Di conseguenza l’uomo fu processato di nuovo, sempre nel 1938, e venne a quel punto condannato a due anni e mezzo di prigione, da scontarsi del campo di Börgermoor, nell’Emsland, in Bassa Sassonia.
Tre giorni dopo Landmesser, anche Irma Eckler fu arrestata dalla Gestapo per “profanazione razziale” e inviata presso l’istituto penale di Fuhlsbüttel, dove la donna partorì Irene, la seconda figlia. Da lì fu trasferita presso il campo di concentramento femminile di Lichtenburg, chiuso nel 1939, e poi presso il campo di concentramento femminile di Ravensbrück.
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Si presume che Irma Eckler sia stata infine portata in una struttura psichiatrica a Bernburg, in Sassonia Anhalt, e lì sottoposta a eutanasia forzata nel febbraio 1942. Irma Eckler fu dichiarata legalmente morta nel dicembre del 1949.
La fine di August Landmesser
Landmesser, che intanto aveva scontato la sua detenzione a Börgermoor, fu scarcerato all’inizio del 1941 e collocato come operaio presso la filiale di Warnemünde dell’azienda di trasporti Püst. Fu quindi costretto, nonostante i precedenti, ad arruolarsi nella Wehrmacht e a partire per la guerra.
Fu assegnato alla Strafdivision 999, unità di disciplina composta principalmente da soldati condannati dalla corte marziale o pregiudicati e morì pochi anni dopo a Stagno, in Croazia, durante un attacco. Il suo corpo non venne mai ritrovato e anche August, come Irma, venne dichiarato legalmente morto nel 1949.
Nel 1951 le scuse di Amburgo
Nel 1951 il senato di Amburgo decise di riconoscere il matrimonio tra August Landmesser e Irma Eckler. Le due figlie, Ingrid e Irene, ottennero inoltre il cognome del padre, anche se Irene decise di continuare a chiamarsi Eckler.
Ingrid e Irene riuscirono a ricongiungersi solo dopo la guerra. Durante la triste vicenda che separò i loro genitori, infatti, anche le due sorelle furono divise. Ingrid fu cresciuta dalla nonna paterna, mentre Irene fu prima collocata in un orfanotrofio e in seguito affidata ad altri parenti. Fortunatamente, dopo la tragica fine di August e Irma, le due bambine riuscirono a ricongiungersi.
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