Il coprifuoco notturno, nelle zone in cui è stato attivato il freno d’emergenza, resterà per il momento in vigore. La Corte Costituzionale tedesca ha infatti respinto le richieste di sospenderlo temporaneamente attraverso un decreto d’emergenza, in attesa della delibera vera e propria. Il che non vuol dire, hanno specificato i giudici mercoledì, che ne sia stata riconosciuta la compatibilità con il Grundgesetzt (la Costituzione tedesca) ma piuttosto che sul punto si delibererà dopo aver esaminato il caso nel corso del procedimento principale che concerne la costituzionalità delle nuove misure anti-Covid del governo.
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La Corte ha motivato la propria decisione sostenendo che si avrebbero conseguenze più gravi qualora il coprifuoco notturno fosse sospeso ora per poi venire riconosciuto come legittimo, piuttosto che sospendendolo nel momento in cui dovesse effettivamente essere dichiarato incostituzionale, soprattutto considerando che si tratta di una misura limitata nel tempo. Si è inoltre notato che una misura così fortemente restrittiva delle libertà personali incide sì sulle libertà fondamentali dei cittadini nella gestione dei propri contatti familiari, professionali e sociali, ma che l’orario in cui tale misura viene applicata ne riduce notevolmente l’impatto dal punto di vista numerico e statistico.
Nella delibera con la quale la Corte Costituzionale ha negato la sospensione immediata del coprifuoco si legge anche che lo scopo di questa misura è essenzialmente legittimo (prevenire assembramenti privati che possano costituire focolai di contagio), ma che fra gli esperti non vi è accordo circa l’idoneità di tale misura restrittiva al raggiungimento dell’obiettivo che si prefigge. Né, d’altronde, ne è stata constatata la manifesta inadeguatezza o si sono individuate altre misure atte al medesimo scopo ma meno lesive delle libertà fondamentali dei cittadini.
Le istanze presentate alla Corte di Karlsruhe contro l’intero pacchetto di emendamenti alla legge sulla protezione dal contagio o contro le singole norme sono oltre 250. Fra tutte le misure in vigore dalla fine di aprile, il coprifuoco notturno nelle zone che abbiano superato per almeno tre giorni un’incidenza di 100 casi settimanali per 100.000 abitanti è senza dubbio la più controversa.