Berlino, incidente razzista da Aldi. Un dipendente licenziato

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Donald Trung Quoc Don (Chữ Hán: 徵國單) - Wikimedia Commons - © CC BY-SA 4.0 International.(Want to use this image?)Original publication 📤: --Donald Trung 『徵國單』 (No Fake News 💬) (WikiProject Numismatics 💴) (Articles 📚) 22:50, 30 May 2019 (UTC), CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

Prince Ofori, un uomo di 32 anni residente nel distretto di Neukölln, ha denunciato di essere stato vittima di un incidente razzista presso un supermercato della catena Aldi Nord di Berlino.

Il suo video di denuncia, girato nel momento in cui fatti avevano appena avuto luogo, è stato pubblicato su Instagram ed è divenuto virale su internet, raggiungendo più di sette milioni di visualizzazioni

L’epiteto razzista, la lite e il licenziamento del dipendente

Secondo quanto riferito da Ofori, tutto è nato quando un cliente, un uomo anziano, ha usato più volte la “parola N” con il nipote, storpiando in senso razzista il termine , riferito a noti baci di cioccolato esposti all’interno della catena.

Ofori ha tentato di spiegare all’uomo che non avrebbe dovuto esprimersi in quel modo e ne è nata una discussione. Diverse persone si sono avvicinate, mostrando ostilità verso Ofori, che ha iniziato a filmare. Anche i clienti hanno fatto lo stesso.

A quel punto è intervenuto un dipendente, giustificando l’utilizzo dell’espressione usata dall’anziano e cacciando Ofori da Aldi. Nel video si vede anche il dipendente lanciare violentemente una scatola di cartone contro Ofori.

Aldi Nord ha espresso pubblicamente le sue scuse e ha dichiarato che licenzierà il dipendente per la sua cattiva condotta.


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Le minacce dopo il video

Intanto, il quotidiano tedesco Berliner Zeitung ha pubblicato una lunga intervista ad Ofori, che ha dichiarato di aver ricevuto moltissima solidarietà da persone comuni, ma anche il supporto di artisti e persino politici.

Ha aggiunto tuttavia di aver incassato anche una dose consistente di critiche e persino email e commenti minatori. L’uomo ha dichiarato di avere inoltre ricevuto una lettera con allegata una sua foto modificata, con un’ascia piantata in testa, e una sostanza bianca in polvere. Tutto è stato immediatamente inoltrato alla polizia.

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La diffida a mostrare il video

Ofori ha anche aggiunto che il dipendente licenziato gli ha fatto pervenire, tramite il suo avvocato, una diffida a continuare a mostrare il video. Ofori però non ha nessuna intenzione di rimuoverlo, a meno che non venga obbligato da un tribunale.

“Secondo me, quest’uomo non merita di essere nascosto. Gli ho dato l’opportunità di scusarsi, ma ha continuato a usare epiteti razzisti. Ha gettato benzina sul fuoco e non doveva farlo e adesso manda avanti l’avvocato” ha dichiarato, per poi aggiungere: “Lui è un privilegiato e il sistema lo protegge, lo sa e lo usa. In un mondo normale, dovrei essere io ad essere protetto, non lui”.

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Il razzismo della società occidentale

Ofori a questo punto ha esteso il discorso e parlato del razzismo sistemico che affligge la società occidentale, dichiarando alla Berliner Zeitung di averne voluto fare una questione pubblica proprio per questo. Ha aggiunto inoltre di essere stato accusato di vittimismo ed esortato a ignorare le provocazioni, ma ribadisce di voler affrontare il problema perché rischia di colpire anche le persone nere, che potrebbero interiorizzare gli stessi pregiudizi e stereotipi.

Ofori ha chiarito il punto sostenendo che in Europa i neri sono visti sostanzialmente come poveri parassiti, quando in realtà l’Africa è il continente che dà più di tutti. “Quando diamo un milione in aiuti allo sviluppo, tiriamo fuori dai Paesi che aiutiamo molte volte quella cifra, sotto forma di materie prime. Questo è un fatto e tutti dovrebbero saperlo” ha chiosato.

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Cambiare le cose con l’arte e la cultura

Secondo Ofori lo smantellamento del razzismo sistemico dovrebbe avvenire in primis nelle scuole e nell’ambito dell’educazione, insegnando l’origine del razzismo e le dinamiche dello sfruttamento dei Paesi in via di sviluppo e costringendo la società a confrontarsi con questi problemi. Lo stesso Ofor, che è un ballerino, lavora con i giovani nell’ambito della pedagogia della danza e ha definito l’arte e la cultura come strumenti potentissimi di evoluzione di una società.

Non si può più pretendere di poter essere offensivi

Alla domanda sul perché i clienti di Aldi lo abbiano percepito come una minaccia (nel video glielo dicono esplicitamente), Ofori risponde di essere rimasto all’interno del supermercato per questo e cioè per spiegare. Spiegare che nel 2021 non si può restare ancorati a vecchie abitudini che possono risultare offensive, neanche a 60, 70 oppure 80 anni. E spiegare che come esseri umani ci evolviamo ogni giorno e dobbiamo imparare a lasciare andare ciò che sappiamo essere sbagliato.

“Molte volte mi dicono ‘Smettila, ti metterai nei guai!’. È così triste. Ma io, come persona parzialmente privilegiata, che ha avuto la fortuna di crescere in Germania, mi vedo come qualcuno che ha il dovere di informare” ha concluso.

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