Berlino valuta l’acquisto di Sputnik V, dopo la Baviera e il Meclemburgo

Sputnik
Il vaccino Sputnik V. Di Mos.ru, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=93876006

Nella crisi generale dovuta alla lentezza delle vaccinazioni, che in Germania sono ancora ferme a uno stadio iniziale, la città-stato Berlino si riserva il diritto di procurarsi il vaccino russo Sputnik V.


5% della popolazione

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Il precedente di Baviera e Meclemburgo

La Baviera e il Meclemburgo-Pomerania Anteriore si sono già assicurati un totale di 3,5 milioni di dosi di Sputnik anche prima che arrivi l’approvazione da parte dell’UE.

Alla domanda dell’agenzia di stampa dpa se Berlino voglia seguire la stessa strada, la senatrice alla salute Dilek Kalayci ha risposto: “Stiamo esaminando la cosa. Ma mi aspetto che il governo federale procuri ogni possibile vaccino”.

Si unisce alla valutazione il Brandeburgo

Anche il Brandeburgo sta esplorando con la Russia la possibilità di assicurarsi la consegna dello Sputnik V. Anche il ministro presidente Dietmar Woidke, tuttavia, dichiara di sperare in un’azione federale. “Se il governo federale volesse assumere iniziative più decise in questo senso, non avrei nulla in contrario” ha precisato Woidke.

Spahn apre a Sputnik V e vuole parlare con la Russia

Intanto il ministro tedesco della salute Jens Spahn ha rilasciato un’intervista a “Morgenecho”, su WDR 5, annunciando la sua intenzione di avviare consultazioni bilaterali con la Russia, in primo luogo per sapere quante dosi potrebbero essere consegnate e quando. Questa dichiarazione segue quella rilasciata mercoledì sera dalla Commissione UE, che ha comunicato che non concluderà contratti per l’acquisto dello Sputnik V come fatto con altri produttori di vaccino.

Sputnik V: la due condizioni della Germania

Spahn ha ovviamente subordinato un possibile ordine del vaccino russo a due condizioni. In primis la necessaria approvazione da parte dell’Unione Europea e quindi dell’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco. “Per questo, la Russia deve fornire dati” ha precisato Spahn. In secondo luogo, tempi rapidi di consegna. “Per fare davvero la differenza, nella nostra situazione attuale, la consegna dovrebbe arrivare nei prossimi due, quattro, cinque mesi. Altrimenti avremo comunque già un vaccino più che sufficiente” ha concluso il ministro.