Annullato il blocco degli affitti. Gli inquilini dovranno restituire la differenza

blocco degli affitti a berlino

In molti lo temevano, i proprietari di appartamenti in affitto ci speravano: la Corte Costituzionale tedesca ha stabilito con voto unanime l’illegittimità del Mietendeckel, ovvero del blocco degli affitti di Berlino stabilito per legge ed entrato in vigore a febbraio dello scorso anno. I Land – e quindi anche la città-stato di Berlino – non sarebbero infatti autorizzati a legiferare in contrasto con quanto già stabilito dal governo federale. E in particolare sul tema del diritto di locazione e sulla regolazione degli importi degli affitti il codice civile tedesco si esprime in modo definitivo.


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Per gli inquilini che se ne sono avvalsi, l’annullamento del Mietendeckel è una pessima notizia, poiché è retroattivo, il che permetterà ai locatori di richiedere ai propri affittuari la differenza fra il canone precedente al 2020 e quello ridotto corrisposto nell’ultimo anno. Per questo motivo, alcune associazioni di inquilini hanno invitato i propri membri a ricorrere al cosiddetto Mietpreisbremse, una legge federale del 2015 che individua dei limiti, se pure differenti, per i canoni di affitto. Ed è proprio l’esistenza del Mietpreisbremse (letteralmente “freno del prezzo degli affitti”) a determinare l’illegittimità del Mietendeckel: una legge del Land, infatti, non può regolamentare un ambito su cui abbia già legiferato il governo federale. Inoltre, i limiti imposti dalla delibera del Senato di Berlino imporrebbero vincoli eccessivi alla libertà contrattuale delle parti nella definizione dei contratti d’affitto.

La decisione della Corte Costituzionale rappresenta senza dubbio una sconfitta per la coalizione Rosso-Rosso-Verde che guida il Senato di Berlino e per la quale il blocco degli affitti era un elemento centrale del programma.

A seguito della sentenza, l’opposizione berlinese ha rivolto aspre critiche al Senato cittadino. Il leader locale della CDU Kai Wegner ha accusato la coalizione principale di aver “ingannato gli inquilini” e ha chiesto la creazione di un fondo per gli alloggi sicuri, allo scopo di evitare lo sfratto per chi non può pagare gli arretrati e ridurre il danno per i locatari.

Con l’introduzione della legge, gli affitti di un milione e mezzo di appartamenti erano stati congelati ai livelli del 2019 ed erano stati dichiarati irregolari i canoni d’affitto che superassero del 20% i massimali previsti. Tuttavia, in previsione di un possibile annullamento della nuova legge da parte della corte costituzionale, diversi rappresentanti della coalizione di maggioranza al Senato di Berlino avevano lanciato appelli ai cittadini, consigliando di mettere da parte il necessario in caso venissero loro richiesti gli arretrati. Secondo un sondaggio della Sparkasse, tuttavia, del 22% di affittuari berlinesi che si sono avvalsi della nuova legge, meno della metà ha effettivamente risparmiato per questa eventualità. La crisi economica derivata dalla pandemia si è inserita in questo quadro come un ulteriore grave fattore di stress finanziario per moltissime famiglie.

La delibera della Corte Costituzionale di Karlsruhe è disponibile a questo link.