Esplorando il Tiergarten: i segreti del parco più popolare di Berlino
Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)
Recintato per la prima volta sei secoli fa, il Tiergarten, il “giardino degli animali”, prende il nome dalla sua funzione originaria di riserva di caccia per la nobiltà brandenburghese. Muti testimoni dell’uso iniziale sono alcune drammatiche sculture con motivi di caccia nella Fasanenallee, sull’asse della Siegessäule. Ridotto nelle sue dimensioni mano a mano che la città cresceva, venne destinato alla sua funzione definitiva di “Lustgarten“, ovvero di parco pubblico per la popolazione da Federico II di Prussia che non amava la caccia.
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Oggi, fra lo zoo e i binari della ferrovia, c’è un vialetto agevole che arriva direttamente alla chiusa del Landwehrkanal. Il nome tedesco “Schleuse” dà piuttosto l’idea di qualcosa che introduce, un ingresso protetto in un altro ambiente, come le doppie porte di una banca o la torretta di un sommergibile. Qui però siamo all’estremità ovest del parco e la chiusa ne è l’accesso sull’acqua. Si costeggia per un tratto il Landwehrkanal verso est dal lato destro fino al Lichtensteinbrücke, pochi metri oltre il quale una lapide ricorda che qui Kurt Vogel, ufficiale di cavalleria, gettò il corpo ormai esanime di Rosa Luxemburg nelle acque. Si attraversa il ponte e, lasciato a destra il consolato spagnolo, si entra nel giardino vero e proprio che si estende fino alla porta di Brandenburgo per un totale di 210 ettari. Del Tiergarten ci si innamora subito, specie se si scelgono le ore del mattino per passeggiare sotto le lunghe file di querce, aceri, faggi, tigli e acacie alternate agli storici lampioni a gas ancora funzionanti.
A quest’ora i militanti del jogging e del fitness la fanno da padroni, ma nel giardino c’è spazio per tutti, per i pensionati che vengono qui a salutare ogni raggio di sole, per chi fa meditazione seduto nella posizione del loto in angoli stupendi e silenziosi, per le vecchie signore preoccupate di sfamare cigni e anatre con le briciole del pane avanzato.
Sulla corteccia di un faggio qualcuno ha inciso la prima strofa di “Stand by me” di Ben E. King, “… non avrò paura fino a che tu sarai qui con me…”. È la magia del Tiergarten. I rumori della città, lo stress del lavoro, il turbamento dei mille problemi quotidiani sembra si dissolvano ad ogni passo. L’ideale per lasciare vagare l’anima, come dicono i tedeschi.
È bello perdersi di viale in viale, costeggiando canali e laghetti, attraversando ponti grandi e piccoli che qui hanno una densità superiore a quelli di Venezia e poi fermarsi su una panchina ai margini di una radura in compagnia del merlo, dell’allodola, del coniglio selvatico e dei numerosi scoiattoli che si rincorrono di castagno in castagno, di tasso in tasso. Non date retta alla volpe che vi rivolge la parola senza essere stata interpellata e vi chiederà di mostrarle le cinque monete d’oro da seppellire nel campo dei miracoli per moltiplicarle: è una truffa.
Camminando verso est e dopo aver attraversato la Hofjägerallee, si arriva al Rosengarten, una delle tante attrazioni di questo parco; giardino al quale accedere in reverente silenzio e nel quale fare una sosta su uno dei suggestivi gruppi di panchine sotto avvolgenti pergolati. Da non perdere, un po’ più a sud, l’isola della regina Luisa, la Lady Diana del suo tempo. Di straordinaria bellezza, dai modi più borghesi che nobili, preoccupata di garantire la scolarizzazione delle ragazze dei ceti più poveri, oggetto delle attenzioni di Napoleone e dello Zar Alessandro I, abile diplomatico, madre di Guglielmo, primo imperatore tedesco, morì a soli trentaquattro anni. Accompagnata dalla folla, venne sepolta prima nel duomo di Berlino e successivamente nel mausoleo eretto appositamente nel parco del castello di Charlottenburg.
Le attrazioni e le possibili tappe non finiscono qui. Sempre in direzione est è possibile raggiungere la piscina di Venere, l’amazzone a Cavallo, la colonna dei musicisti, la statua di Goethe. Attraversata la Straße der 17 Juni ci si ritrova di fronte all’impressionante mausoleo d’onore sovietico e arrivare alla porta di Brandenburgo è un attimo. Restano ancora da vedere il giardino all’inglese, la colonna di Rousseau, il palazzo presidenziale, il monumento a Otto von Bismarck e molto altro. Anziché procedere a tappe forzate, consiglio di tornare a visitare il Tiergarten più volte, magari in stagioni diverse, per ammirarne e gustarne la metamorfosi sottolineata dai colori e dall’atmosfera sempre mutevole. Tutte le strade del parco si possono percorrere anche in bicicletta, ad eccezione dei luoghi recintati, come il roseto e l’isola della regina Luisa.
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Come arrivare al Tiergarten
Il Tiergarten è aperto su tutti i lati. Se viaggiate con i mezzi pubblici consiglio U+S Bahnhof Zoo dove arrivano anche molti Bus e proseguire come descritto nell’articolo. Alternativamente scendere a S Bahnhof Tiergarten, dove il sabato e la domenica, in assenza dell’emergenza, c’è il mercatino dell’usato. Qui potete accedere al parco direttamente attraversando l’installazione delle lanterne, sia a gas che elettriche, che nei secoli hanno fiancheggiato le vie della città. In macchina avete l’imbarazzo della scelta. Si può parcheggiare lungo la Straße der 17 Juni dalla S Bahnhof Tiergarten fino alla porta di Brandenburgo in quasi tutta la sua lunghezza, ma attenzione ai cartelli, in alcuni tratti la sosta è vietata.
Buona passeggiata!