Nella prima mattinata di ieri, la polizia di Berlino e Brandeburgo ha perquisito numerosi appartamenti collegati a un’associazione islamista radicale, che è stata messa fuori legge. Le perquisizioni si sono svolte in diversi quartieri della capitale, fra cui il Märkisches Viertel a Reinickendorf, Moabit e Neukölln. Non ci sono stati arresti, ma la polizia ha sequestrato 135 dispositivi elettronici, 56 telefoni cellulari, 8 computer portatili, dischi rigidi e 3 computer.
Si è trattato di un raid su larga scala, che ha coinvolto centinaia di agenti, comprese le forze speciali (SEK). Il Senato di Berlino ha annunciato in un Tweet la messa al bando del gruppo definito “jihadista-salafita” Jama’atu Berlin, conosciuto anche come Tauhid Berlin, composto da una trentina di persone.
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Secondo le prime informazioni, l’associazione non gestiva una moschea propria: i membri si incontravano probabilmente in abitazioni private. La Verfassungsschutz di Berlino (l’ufficio per la protezione della Costituzione) aveva segnalato qualche tempo fa la tendenza dei salafiti radicali a riunirsi sempre più spesso in luoghi non aperti al pubblico, piuttosto che in moschee.
Im Zusammenhang mit einem Vereinsverbot durchsuchen wir heute in Amtshilfe für @derInnensenator mit mehr als 800 Kolleg. und Unterstützung der @bpol_b sowie @PolizeiBB an mehreren Örtlichkeiten #Berlin und #Brandenburg.
^tsm https://t.co/vT6kift22H— Polizei Berlin (@polizeiberlin) February 25, 2021
Il Senatore degli Interni Andreas Geisel (SPD) ha riferito in una conferenza stampa che membri del piccolo gruppo si sarebbero conosciuti nella celebre moschea di Fussilet, che è stata chiusa nel 2017 ed era frequentata anche da Anis Amri, l’attentatore responsabile dell’attacco al mercatino di Natale di Berlino nel 2016. Lo scopo di Jama’atu Berlin sarebbe stato proprio quello di “riempire il vuoto” lasciato dalla chiusura della suddetta moschea.
Geisel ha sottolineato come la scelta operata dal Senato cittadino sia orientata al desiderio di stroncare sul nascere qualsiasi movimento radicale. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’associazione islamista in questione avrebbe sostenuto la lotta armata, la guerra religiosa, gli attacchi terroristici e suicidi contro i civili e gli obiettivi dell’ISIS, con un rifiuto netto della democrazia e dello stato di diritto.
Il segretario di stato dell’interno Torsten Akmann (SPD) ha anche sottolineato il forte antisemitismo del gruppo, i cui membri avrebbero inneggiato alla morte degli ebrei in contenuti diffusi sui social media.
Fonte: ©dpa