Behind the mask, il whistleblowing durante la pandemia – dal 18 al 20 marzo con Disruption Network Lab

Disruption Network Lab organizza, dal 18 al 20 marzo, un evento dal titolo “Behind The Mask – Whistleblowing During a Pandemic”, che analizzerà i più prominenti casi di whistleblowing legati alla pandemia di Covid-19 e riunirà prominenti panelist da tutto il mondo per discutere di strategie di resistenza, reazione ed empowerment in una situazione estrema come quella che stiamo vivendo da oltre un anno a questa parte. Agli incontri prenderanno parte coloro che hanno scelto in prima persona di diventare whistleblowers, ma anche scienziati, giornalisti, artisti, ricercatori e attivisti per i diritti umani.

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Il whistleblowing durante la pandemia

Che cosa ha implicato la crisi del Covid e in che modo ha cambiato la nostra società? Le conseguenze sono state e sono tutt’ora profondissime e ramificate e si estendono dalla politica alla nostra quotidianità, dall’uso e sviluppo della tecnologia fino al concetto stesso di società. I sistemi sanitari si sono trovati alla ribalta come mai era avvenuto in tempi recenti e la polarizzazione del dibattito su tutti gli argomenti relativi alla pandemia è stata immediata e radicale, con pochissimo spazio per le zone grigie.

Coloro che hanno denunciato abusi nella gestione della pandemia ed esempi di condotta scorretta da parte delle autorità o di esponenti dell’industria sanitaria, evidenziando i rischi e gli effetti che tali comportamenti hanno avuto sulla salute pubblica, lo hanno fatto nella piena consapevolezza di andare incontro a ritorsioni anche potenzialmente pericolose e hanno accettato le conseguenze perché i loro atti di denuncia potevano fare una concreta differenza in termini di vite umane.


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L’evento organizzato dal Disruption Network Lab ha lo scopo di analizzare, nel quadro delle relazioni fra tecnologia, società e politica, le più significative azioni di whistleblowing nel corso di questa pandemia, raccontando le storie di coloro ai quali è stato proibito di parlare pubblicamente di questi argomenti. Si discuterà anche di come reagire e di possibili percorsi di giustizia sociale e difesa dei diritti umani che passino attraverso la corretta informazione a livello globale.

Chi sono i whistleblower della pandemia?

Sono stati in molti a subire gravi conseguenze per le pubbliche denunce di abusi nnella gestione della pandemia di Covid-19. A Wuhan, l’oculista Li Wenliang, che è stato fra i primi a comunicare di aver contratto il Covid ed è in seguito deceduto, è stato obbligato a firmare una dichiarazione che definiva illegale l’avvertimento da lui lanciato alle autorità sanitarie locali. Nello stesso periodo un altro medico cinese, il Dr. Ai Fen, è stato censurato per aver lanciato l’allarme sull’incipiente pandemia: di lui si sono perse le tracce. Negli USA, un medico di pronto soccorso, Ming Lin, è stato licenziato per aver dichiarato in un intervista che gli indumenti protettivi in dotazione e gli strumenti utilizzati per i test non erano adeguati. Lo stesso destino è toccato a Christian Smalls, dipendente Amazon di New York, che ha denunciato le condizioni di rischio nelle quali era costretto a lavorare, insieme ai suoi colleghi. I casi sono numerosissimi e distribuiti in diversi Paesi e su più livelli nelle varie gerarchie professionali.

Questa edizione dell’evento, che segue le conversazioni in streaming condotte dal Disruption Network Lab lo scorso maggio, ospiterà diversi speaker di rilievo, con esperienza diretta in questo campo. Ci saranno whistleblowers, fondatori di organizzazioni per la difesa dei diritti umani, giornalisti investigativi, esperti indipendenti di salute pubblica, operatori sanitari, registi e attivisti. Qui trovate il programma completo con l’elenco di tutti i partecipanti.

La conferenza è curata da Tatiana Bazzichelli in collaborazione con Transparency International.