Albrecht Dürer, tra Italia e Germania
Albrecht Dürer, un itinerario artistico dell’operato nel Triveneto del più noto artista del rinascimento tedesco.
Continua la collaborazione tra il Mitte e il Liceo A. Rosmini di Rovereto, in provincia di Trento. Il contributo che state perleggere è di Sara Comai, della 4 BLN del Liceo linguistico. Coordinatrice del progetto è Maria Concetta Malerba, docente di tedesco.
Albrecht Dürer è il più importante tra i pittori rinascimentali tedeschi.
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Nato il 21 maggio del 1471 a Norimberga, terzo degli otto figli dell’omonimo Albrecht Dürer e di Barbara Holper, entra molto giovane nella bottega del padre apprendendo le tecniche riguardanti l’incisione dei metalli.
In giovane età, Dürer si destreggia nella ritrattistica, portando a termine numerosi elaborati più che sorprendenti, in quanto la qualità e la precisione del tratto e della narrazione presto verranno notati da individui molto influenti nella società rinascimentale.
Ma è il 1494 quando Albrecht Dürer decide di lasciare la sua casa e la sua patria e su consiglio del fidato e storico amico Willibald Prickheimer, il quale in precedenza ha effettuato studi umanistici a Padova e quindi vissuto in prima persona l’ambiente in cui é nata la corrente storica a cui Dürer stesso appartiene, decide di intraprendere il suo primo viaggio verso l’Italia. Passa per le Alpi e il Tirolo, per il Trentino e il Veneto, per poi recarsi a Venezia.
In Trentino Alto Adige il rinascimentale mette su tela paesaggi come il castello di Segonzano in Val di Cembra, la vista settentrionale di Trento, il castello di Trento e il Borgo di Arco.
Le tonalità che utilizza per esaltare al meglio ambienti così caratteristici e suggestivi sono colori molto tenui, quali il verde e l’azzurro, il giallo e il marrone e il banco. La mancanza di toni scuri rende le opere molto armoniche e quindi si può percepire la quiete e la pace.
Sempre in Trentino è presente un sentiero, nominato “Il sentiero di Dürer” o “Dürerweg”, il quale congiunge la Bassa Atesina con la Val di Cembra. Con questo percorso l’artista omaggia la Valle di Cembra con tre acquerelli: “Paesaggio alpino”, “Castello alpino” e “Castello in rovina sulla rupe”.
Oggigiorno questo sentiero costituisce una vera e propria attrazione turistica, e moltissimi appassionati di arte decidono di recarsi a seguire questo percorso, lungo ben 40 chilometri, e quindi avere un’esperienza artistica unica e suggestiva.
A Venezia invece entra in contatto con moltissime persone influenti nella società. È il caso del Doge Leonardo Loredan, il quale scopre il potenziale dell’artista dopo che la notizia del successo della sua opera “Rosenkranzfest” (Festa del Rosario) inizia a circolare per tutte le vie della città.
Parlando in modo più specifico, nella “Festa del Rosario“, realizzata nel 1506 e ora conservata nelle gallerie di Praga, Dürer raffigura la promozione del culto della Vergine con il Rosario, invocata tramite preghiere come l’Ave Maria. Questa scena è estremamente luminosa e Dürer la colloca in un fondale variegato e non scuro, come il pittore era solito fare.
In questa tela sono inoltre presenti tratti tipici della pittura veneta, quali la rigida composizione piramidale con al vertice Maria in trono e il cromatismo, per il quale tutti i colori vengono ben esaltati. Tuttavia, Dürer mantiene fede anche alle sue origini nordiche e lo si può capire dall’accuratezza di dettagli e fisionomie, dal dinamismo emotivamente coinvolgente e dalla gestualità intensificata.
Si può dire quindi che dall’Italia questo artista non porta via solamente un’esperienza unica di vita, l’aver conosciuto i più celeberrimi volti rinascimentali e l’aver conosciuto un mondo del tutto nuovo, bensì questo Paese gli permette di avere orizzonti ben più vasti che subito introduce nella sua pittura. D’ora in poi non eseguirà più solamente ritratti statici e ben definiti, inizierà a utilizzare la prospettiva e a rappresentare anche paesaggi naturalistici e un ambiente più fresco.
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