Licenziati per mancata vaccinazione 7 infermieri di Dessau. Il datore di lavoro: “un dovere morale proteggere i pazienti”

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Il direttore di un servizio infermieristico di Dessau, in Sassonia-Anhalt, ha notificato il licenziamento a sette dipendenti, a seguito del loro rifiuto a sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid-19. Rene Willmer gestisce un servizio di prestazioni infermieristiche geriatriche insieme a sua moglie e, non appena il vaccino è stato disponibile in Germania per gli operatori sanitari, ne ha pianificato la somministrazione a tutti i suoi dipendenti.

La maggior parte dei collaboratori della sua azienda hanno accettato di farsi vaccinare, ma sette di loro hanno espresso scetticismo o un deciso rifiuto. Willmer ha quindi organizzato un incontro per discutere della questione, tentare di convincere tutti i collaboratori dell’importanza della vaccinazione e distribuire loro materiale informativo sulla campagna vaccinale. Il colloquio, però, non ha dato i risultati sperati e, davanti all’irremovibilità dei propri dipendenti, Willmer ha comunicato l’intenzione di procedere al licenziamento entro due giorni, in caso di mancata vaccinazione.


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Fra le motivazioni che hanno spinto i sette a rifiutare il vaccino ci sarebbe, secondo quanto riferito da Willmer alla Bild, il timore che questo contenga “un microchip” prodotto da Bill Gates.

La decisione di Willmer di licenziare i dipendenti che hanno scelto di non vaccinarsi è stata motivata con quello che l’imprenditore ha definito il “dovere morale” di proteggere i pazienti. Una preoccupazione più che comprensibile, se si pensa che il servizio infermieristico in questione si occupa prevalentemente di pazienti geriatrici, che sono quindi fra le categorie più a rischio in caso di contagio.
Tale scelta lo ha trasformato rapidamente in un eroe per tutti i sostenitori della campagna vaccinale e in un bersaglio per gli anti-vaccinisti e i negazionisti, che non hanno tardato a inondarlo di messaggi di odio e minacce di morte.

Willmer è il primo datore di lavoro a licenziare i propri dipendenti per mancata vaccinazione. Si era già verificato un caso di segno opposto, nel quale una ditta artigianale aveva minacciato il licenziamento ai dipendenti che avessero scelto di farsi vaccinare. In quel caso era stato reso chiaro che non vi erano le basi legali per terminare il rapporto di lavoro.


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La protesta di una delle infermiere

Sempre secondo la Bild, una delle infermiere avrebbe riferito, in forma anonima, una versione dei fatti leggermente diversa, dichiarando di non essere contraria alla vaccinazione e di avere intenzione di sottoporvisi, ma di avere chiesto solo qualche giorno di tempo per riflettere e informarsi, rifiutando l’ultimatum di 48 ore imposto da Willmer.

Con il nome di fantasia di Paula S., l’infermiera ha lamentato il fatto che tutte le preoccupazioni del personale siano state liquidate dal datore di lavoro come infantili e che i dipendenti scettici siano stati trattati da complottisti paranoici. Per questo motivo, la donna ha dichiarato di voler denunciare Willmer presso il tribunale del lavoro.

Si può licenziare per mancata vaccinazione?

Al momento non esiste alcun obbligo di vaccinazione per nessuna categoria, il che potrebbe in effetti rendere complicata, a livello legale, la conferma dei licenziamenti. La situazione potrebbe cambiare, in futuro, qualora si accertasse in via definitiva che la vaccinazione, oltre a proteggere il soggetto dalla malattia vera e propria, gli impedisce anche di contagiare altri qualora venisse in contatto con il virus.

In questo caso è quantomeno ipotizzabile che i gestori di servizi che prevedono il contatto con persone a rischio – come nel caso delle prestazioni infermieristiche – possano pretendere la vaccinazione dei dipendenti allo scopo di proteggere gli utenti del servizio stesso.