La famiglia reale inglese… è tedesca? Da Hannover a Windsor, storia di un odio-amore
Pare che una delle ricerche più popolari su Google nel Regno Unito, a proposito della famiglia reale inglese, riguardi la sua origine tedesca. Anche nel costume e nella satira locale non è infrequente che questo aspetto della famiglia Windsor venga tirato in ballo – cosa che non manca mai di generare una certa ilarità.
Dopo il successo internazionale della serie Netflix The Crown, l’interesse per i legami dei reali inglesi con la Germania è considerevolmente aumentato, soprattutto in conseguenza dei riferimenti all’infanzia del principe Filippo, ai rapporti delle sue sorelle con le alte sfere del regime nazista e alla figura tragica e affascinante di sua madre, la principessa Alice di Battenberg. In realtà, le origini tedesche dei Windsor hanno radici molto più profonde e il rapporto dei reali inglesi con la Germania risale a un periodo in cui da qui venivano quasi tutti i sovrani d’Europa, in un modo o nell’altro.
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Il Re delle Rape
Perché, dunque, una delle monarchie più antiche del continente avrebbe dovuto andare a pescare i propri reali in un altro paese? Come spesso avviene quando si tratta dell’Inghilterra, la religione giocò un ruolo fondamentale in questa decisione.
Nel 1714 morì, senza aver prodotto un erede, la regina Anna, accomunata a Elisabetta II dall’essere stata interpretata dalla bravissima Olivia Colman, nel film del 2018 “La Favorita”, di Yorgos Lanthimos, ruolo che è valso a Colman un Oscar, un Golden Globe e una Coppa Volpi.
Anna era salita al trono in un periodo turbolento della storia inglese. Figlia del cattolico Giacomo II, detronizzato dal genero Guglielmo d’Orange. Anna era la sorella di Maria, moglie di Guglielmo e salì al trono alla morte di lui. Morendo senza un erede, Anna lasciò il trono in una situazione delicata, con diversi parenti prossimi, tutti cattolici, pronti ad avanzare pretese sulla corona, laddove, nell’interesse della pace, era invece palese che il nuovo monarca dovesse essere protestante. Si arrivò così a scegliere il parente protestante più prossimo, che risultò essere il principe elettore di Hannover Georg Ludwig, che ascese al trono col nome di Giorgio I, nonostante fosse la quintessenza della teutonicità e non parlasse inglese.
In molti si opposero a questa scelta: l’idea di un sovrano straniero era profondamente offensiva per lo spirito nazionalista degli inglesi, i quali soprannominarono il nuovo monarca “Il re delle rape”, o più semplicemente “Il tedesco” e facendone oggetto di pettegolezzi intesi a burlarsi dei suoi atteggiamenti ritenuti poco raffinati.
Giorgio I ebbe tuttavia il merito di produrre un erede che parlasse inglese, Giorgio II, e che fu succeduto dal proprio nipote, Giorgio III, il quale sottolineò la propria appartenenza spirituale, identitaria e culturale alla Gran Bretagna nonostante fosse anche principe elettore di Brunswick-Lüneburg e, dal 1814, re di Hannover – che però non visitò mai.
Vittoria e Albert: perché la famiglia reale inglese non riesce a fare a meno della Germania
Nonostante questo excursus ci abbia portati alle soglie del XIX secolo, siamo ancora lontani dalla casata dei Windsor, l’attuale famiglia reale inglese. Nel frattempo, però, il rapporto della corona d’Inghilterra con la Germania non accennava a diluirsi.
Anche la regina Vittoria, icona di tutto ciò che consideriamo britannico ai limiti dello stereotipo, era infatti parte della casata di Hannover e sposò il proprio cugino Albert, che era tedesco e non mancò di importare in Inghilterra diverse tradizioni della propria patria. Bastò infatti una copertina del numero natalizio dell’Illustrated London News, raffigurante la famiglia reale riunita intorno all’albero di Natale (tradizione tipicamente tedesca alla quale Albert era molto legato), per far esplodere questa moda anche nel Regno Unito, dando origine alla tradizione che perdura ancora oggi.
Fra i parenti tedeschi di Vittoria ce n’erano anche alcuni dei quali la famiglia reale inglese avrebbe fatto volentieri a meno. Giorgio V, per esempio, dovette fare i conti con un forte sentimento anti tedesco durante la prima guerra mondiale, essendo cugino di primo grado del Kaiser, che era nipote di Vittoria, e avendo a sua volta sposato una principessa tedesca, sua cugina Maria di Teck. Fu in questa circostanza, nel 1917, che la casata di Sassonia-Coburgo-Gotha cambiò il proprio nome in Windsor, per pacificare l’opinione pubblica. Il Kaiser, in quell’occasione, non mancò di far pervenire al proprio cugino qualche frecciata sarcastica, dicendosi interessato a vedere una rappresentazione della famosa commedia di Shakespeare, Le allegre comari di Sassonia-Coburgo-Gotha.
L’abitudine di cambiare i nomi delle casate legate alla famiglia reale inglese per cancellarne il suono eccessivamente tedesco non si fermò con Giorgio V. Lo stesso Filippo, per esempio, appartiene alla famiglia dei Mountbatten, anglizzazione del teutonico Battenberg.
Le riflessioni sull’importanza e sull’influenza della famiglia reale inglese, così come sul ruolo stesso delle monarchie costituzionali in questo momento storico, lo possiamo lasciare tranquillamente agli storici e ai popoli che vivono in queste monarchie. Si tratta di un dibattito ancora oggi molto vivo, fra chi ritiene che le intricate minuzie del protocollo di corte siano un retaggio inutile da lasciarsi alle spalle e chi invece considera il loro portato simbolico una parte importante dell’identità nazionale. Periodicamente, tuttavia, sono gli stessi inglesi a ricordarsi che alla base di questa identità nazionale c’è una fortissima componente tedesca.