Parole definitive quelle dirette da una sopravvissuta ad Afd durante la celebrazione della Giornata della Memoria 2021 al Bundestag. A pronunciarle è stata Charlotte Knobloch, ex presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi e leader della comunità ebraica a Monaco.
#WeRemember #HolocaustMemorialDay #HMD2021
Foto: Daniel Schvarcz pic.twitter.com/CKC2EEWuCc— Charlotte Knobloch (@Cha_Knobloch) January 27, 2021
La testimonianza di una “tedesca orgogliosa”
Prima di arrivare al punto è il caso di ripercorrere quanto detto da quella che si è definita innanzitutto “una tedesca orgogliosa”. Knobloch ha raccontato di nuovo la sua storia di fronte al parlamento tedesco, davanti alla cancelliera Angela Merkel, al presidente federale Steinmeier e davanti alle principali autorità costituzionali federali.
Knobloch ha parlato di sua nonna, Albertine Neuland, “fedelmente legata alla sua patria tedesca”, come del resto suo nonno, rispettato esponente della florida società mercantile di Bayreuth, appassionato di Wagner e ucciso nel campo di concentramento di Theresienstadt nel 1944.
Ha parlato di suo padre, Fritz Neuland, che durante la prima guerra mondiale era stato premiato con la Croce di Ferro come patriota, senza che tutto questo potesse proteggere lui o la sua famiglia dalle successive persecuzioni del regime nazista. “Mio padre mi ha insegnato ad amare la Germania nonostante questo” ha chiosato Knobloch.
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La vita della donna che ha monopolizzato l’attenzione durante la commemorazione non è stata facile. Nata a Monaco tre mesi dopo l’ascesa di Hitler al potere, sperimentò l’emarginazione sin da piccola. A sei anni vide bruciare la sinagoga cittadina e vide anche un anziano signore con il volto insanguinato, mentre veniva trascinato fuori dalla sua casa da alcuni uomini delle SA. “Non devo stare ferma. Non devo inciampare. Non devo piangere. Non devo farmi notare” pensava ossessivamente in quei momenti.
Quando aveva nove anni, la famiglia fu costretta a scegliere chi dovesse essere deportata a Theresienstadt, Charlotte o la nonna, che si sacrificò con coraggio. E nel ricordarlo a Knobloch è tremata la voce, mentre il Bundestag taceva rispettosamente. Sopravvisse perché venne nascosta in campagna, da un amico del padre. E dopo la guerra decise di restare in Germania, pur avendo avuto la tentazione di andarsene.
Marina Weisband: nuove generazioni, vecchio antisemitismo
Ha parlato al Bundestag anche la politica tedesca Marina Weisband, nata in Ucraina. In patria la famiglia scelse di non usare un nome ebreo perché soggetta a ripercussioni antisemite e quando nel 1993 si trasferì in Germania il padre di Weisband commentò dicendo “In questo momento a nessuno qui importa se siamo ebrei. Possiamo essere solo persone”.
Ma la Germania ha risolto i suoi problemi con l’antisemitismo e il resto del mondo lo ha fatto?
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Già in apertura il presidente del Bundestag, Wolfgang Schäuble, aveva sottolineato che la cultura della memoria, che la Germania pratica, non protegge comunque da una reinterpretazione o addirittura dalla negazione di quanto accaduto e che è dunque necessario “rinnovare le forme del ricordo”.
Weisband ha invece aggiunto che in Germania per gli ebrei può essere ancora pericoloso essere visibili. “L’antisemitismo non inizia quando vengono chiuse le sinagoghe”, ha detto “ma quando si cominciano a diffondere narrazioni cospirazioniste, sproloquiando sul presunto vittimismo ebraico”.
Der #Bundestag gedenkt am 27. Januar ab 11🕚der Opfer des Nationalsozialismus. Gastrednerinnen sind in diesem Jahr @Cha_Knobloch, Präsidentin der Israelitischen Kultusgemeinde #München&Oberbayern und die Publizistin @Afelia. #HMD2021 #bundestagsnachrichtenhttps://t.co/ROxWfbrNNf pic.twitter.com/2SW1MTPXTi
— Heute im Bundestag (@hib_Nachrichten) January 21, 2021
L’antisemitismo e il Coronavirus
Charlotte Knobloch ha confermato il clima di crescente antisemitismo legato alle mitologie della cospirazione, soprattutto in tempi di Corona. “Chi paragona le misure restrittive legate al Corona con la persecuzione nazista degli ebrei, banalizza il terrore antisemita di stato e la Shoah”. Ha quindi aggiunto che si può essere orgogliosi dell’attuale Repubblica Federale, ma che bisogna difenderla coraggiosamente, senza dimenticare, neanche per un giorno, quanto siano fragili le preziose conquiste degli ultimi decenni.
Una sopravvissuta ad Afd: il messaggio finale
E a questo punto torniamo al momento in cui questa sopravvissuta si è rivolta ad Afd, senza menzionarlo esplicitamente e senza che ce ne fosse bisogno. I destinatari del messaggio erano chiari.
“Alcuni di loro” ha detto “potrebbero essere pronti a riconoscere a quale tradizione sia collegato tutto quello che è successo. Per gli altri ho il seguente messaggio: continuerete a combattere per la vostra Germania. E noi continueremo a lottare per la nostra. E vi dico: avete perso la vostra battaglia 76 anni fa“.
E a quel punto è scattato un applauso scrosciante, con i deputati tutti in piedi. Ma non tutti hanno espresso lo stesso entusiasmo.
(Fonte, Tagesspiegel)