Il complottismo: il migliore alleato delle epidemie. Nel 1500 con lo scorbuto, nel 2020 con il Covid19

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Il complottismo: il migliore alleato delle epidemie. Nel 1500 con lo scorbuto, nel 2020 con il Covid19

di Riccardo Coradeschi

Mia moglie ha una passione singolare per la storia della medicina. Per quanto io ci abbia provato, non riesco a farmi ascoltare se parlo di tumulti dinastici inglesi, o dell’assedio di Leningrado, ma saprebbe parlarmi per ore di chi ha scoperto la trasmissione del vibrione del colera, o della travagliata storia dello sviluppo degli antibiotici.

L’ultimo arrivato nella sua biblioteca è un libro sullo scorbuto, la piaga dei marinai, per il quale ha dimostrato l’abituale entusiasmo che riserva per i racconti d’infezione e purulenza.

Lo scorbuto (accento a piacere, neanche il Treccani ha saputo trarmi d’impaccio) era causato dalla carenza di vitamina C, e tra il XVI e il XIX secolo è stata la prima causa di morte in mare.

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Le condizioni di vita sui velieri erano infernali, il cibo era scarso, presto ammuffito, e, nei casi migliori, pieno di vermi (l’assenza di vermi era vista con estrema diffidenza dai marinai). Questa semplice mancanza di vitamina C causava una morte dolorosa, preceduta da settimane di debilitazione e sintomi che tralascio di riportare.
Fidatevi di me e non andate a vedervi le foto su Wikipedia.

Tra Seicento e Settecento l’esistenza delle vitamine era pressoché sconosciuta alla comunità scientifica, ed i medici di bordo lottavano contro la malattia prescrivendo rimedi basati sulla teoria umorale di Ippocrate. Nel XVIII secolo d.C., come nel IV secolo a.C., i risultati erano inesistenti.

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C’era però stata una breve, gloriosa parentesi di genio empirico alla fine del Cinquecento: diversi capitani di lungo corso avevano notato che il succo di agrumi sembrava non solo curare la malattia, ma prevenirne l’insorgenza. I più previdenti organizzavano un razionamento di succo di limone per tutto l’equipaggio, e si assicuravano i rifornimenti nei porti di scalo.

La malattia, in questi vascelli, non si presentava, e diversi uomini in punto di morte erano stati riportati in salute velocemente grazie a un regime di spremute. Poi, improvvisamente, la malattia tornò a mietere vittime. La causa della recrudescenza non fu un’evoluzione della malattia, né la perdita di efficacia dei rimedi. Fu il complottismo.

I marinai non erano molto felici di dover ingollare succo di limone ogni giorno, e la diminuzione dell’incidenza della malattia fece ritenere loro che il pericolo fosse evidentemente passato.

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Il rimedio a base di limoni iniziò ad essere visto, infatti, solo come una truffa, inventata dai mercanti di agrumi per potersi accaparrare forniture ingenti e stabili.

I capitani delle nuove generazioni, non dovendo più affrontare la malattia, si convinsero della fondatezza della cospirazione agrumaria, e smisero di imporre l’assunzione di succo di limone. La cura venne ridicolizzata e dimenticata per quasi due secoli, mentre lo scorbuto continuava a mietere vittime evitabili.

Lo scorbuto oggi è sconfitto, con buona pace dei fruttaroli congiurati. La teoria umorale è relegata ai libri di storia, sostituita dal metodo scientifico. Le teorie del complotto sono una memoria del passato e non causano decessi inutili.

Trecento anni dopo, Berlino ha affrontato una mobilitazione enorme di persone che rifiutano di riconoscere la necessità di una profilassi, di mascherine e distanziamento, la necessità di un vaccino.

Praticamente, una nuova “marcia degli scorbutici”.

Trecento anni di ricerca e avanzamento scientifico, un secolo di educazione pubblica e quasi 20 anni di Internet veloce non hanno avuto alcuna influenza su quella che sembra essere una predisposizione universale dell’essere umano.

La marcia interrotta sabato 29 agosto, culminata nell’assalto al Reichstag, è riuscita a raccogliere partecipanti dai più svariati ambienti politici e sociali: dai neo-nazi all’estrema sinistra, dagli Harikrishna ai guru vegani, dagli anziani ai bimbi trascinatici dai genitori.

Qualche mese fa si diceva che la pandemia sarebbe stata l’occasione di trovare una nuova unione, e così è stato: tutti insieme, contro i venditori di agrumi.