Grenell, Ambasciatore americano a Berlino si dimetterà: fedelissimo a Trump, un anno fa era entrato in contrasto con il governo tedesco

Grenell
Grenell Photo by Gage Skidmore

L’ambasciatore americano a Berlino Richard Grenell potrebbe dimettersi presto, come riportato dal quotidiano tedesco die Welt. Fedele sostenitore di Trump e considerato un “diplomatico non diplomatico”, Grenell è stato nominato responsabile temporaneo dell’intelligence del governo dal presidente degli Stati Uniti e molto probabilmente rinuncerà al suo ruolo di ambasciatore sul suolo tedesco.

Secondo die Welt, il 53enne si dimetterà nelle prossime settimane, ben prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, previste per il ​​3 novembre. Le sue funzioni in Germania dovrebbero passare automaticamente e temporaneamente a Robin Quinville, emissario presso l’ambasciata e quindi vice di Grenell.

Photo by Gage Skidmore

Domenica, Trump ha elogiato il suo ambasciatore in Germania per il suo lavoro come coordinatore provvisorio dei servizi segreti. “Richard Grenell è una superstar”, ha dichiarato Trump in un’intervista televisiva “ha fatto uno dei migliori lavori che abbia mai visto”.
Intanto il repubblicano del Texas John Ratcliffe è stato confermato come nuovo responsabile definitivo dell’Intelligence e ci si chiede quale sarà ora il ruolo di Grenell all’interno del governo americano.

Grenell è ricordato a Berlino anche per la forte frizione diplomatica avuta con il governo tedesco a marzo del 2019. Il vicepresidente del Bundestag Wolfgang Kubicki, infatti, aveva chiesto al ministro degli esteri Heiko Maas di dichiarare l’ambasciatore americano sul suolo tedesco addirittura “persona non gradita” e di non permettergli più “alcuna intromissione negli affari interni” della Germania.

Grenell aveva criticato il progetto di bilancio presentato dal ministro delle finanze, Olaf Scholz, e in particolare il fatto che avesse destinato alla difesa una quota del PIL considerata insufficiente. Tutto questo aveva creato un clima di tensione tale che alcuni avevano ipotizzato persino un’espulsione dell’ambasciatore americano.