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Il presidente tedesco Steinmeier: “Diventiamo migliori. Su questo, il virus non ha potere”

Il discorso televisivo di Pasqua del presidente della Repubblica Federale Tedesca, Frank-Walter Steinmeier, tenuto allo Schloss Bellevue di Berlino, ha accenti che, al di là del protocollo istituzionale, fanno perno su due concetti: la reazione emotiva alla pandemia di Coronavirus e la necessità di scegliere come reagire, incidendo sul benessere degli altri e scegliendo che tipo di persona essere.

Il discorso inizia con una nota malinconica legata alla primavera, che fa fiorire il mondo e invoglia la gente a condividere tempo ed entusiasmo con i familiari, gli amici e le persone care, in un momento in cui questo non è possibile. “Quest’anno è tutto diverso” dice “Steinmeier” “ed è doloroso rinunciare a far visita ai genitori. È straziante per i nonni non poter abbracciare i nipoti almeno a Pasqua. Nei parchi e nei caffè all’aperto manca la solita folla vociante e colorata”.

Usando la metafora di Pasqua come celebrazione, per i credenti, del trionfo della vita sulla morte, Steinmeier sottolinea tuttavia l’importanza della necessità di continuare a sopportare restrizioni alla nostra vita “affinché la malattia e la morte non sconfiggano la vita”.

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Le vittime e l’abnegazione degli operatori sanitari

Parla quindi dei morti, tanti, troppi, in Germania come a Bergamo, in Alsazia come a Madrid, a New York e in tanti altri Paesi del mondo. “Piangiamo per chi muore in solitudine e i nostri pensieri vanno ai loro familiari, che non hanno potuto nemmeno prendere commiato dai loro cari” continua il presidente. Segue quindi il doveroso ringraziamento agli operatori del settore sanitario, che salvano vite umane “con instancabile abnegazione”.

Steinmeier invita inoltre a considerare le persone particolarmente colpite da una pandemia che colpisce tutti, chi è ammalato o solo, chi è angosciato per il lavoro, gli artisti, che hanno sempre meno entrate, le famiglie e i genitori single che vivono in appartamenti piccoli senza balcone e giardino.

La nostra vulnerabilità e la nostra forza

“La pandemia ci dimostra che siamo vulnerabili” sottolinea “forse per troppo tempo abbiamo creduto di essere invincibili, di poter andare sempre più veloci, più in alto e più avanti. Ci sbagliavamo” conclude. Ma Steinmeier dice anche che la crisi, nello stesso senso, ci mostra anche quanto siamo forti.

Rivolge quindi il pensiero alla Germania “Sono molto colpito dal grande sforzo che il nostro Paese ha compiuto nelle scorse settimane. Il pericolo non è ancora debellato, ma già oggi possiamo dire: ognuno di voi ha cambiato radicalmente la sua vita e, facendolo, ognuno di voi ha salvato vite umane e continua a salvarne, ogni giorno”.

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L’impegno dello Stato

L’impegno dello Stato è rimarcato, così come il suo ruolo di garanzia della tutela della salute pubblica. “È un bene che lo Stato intervenga con vigore in una crisi per cui manca un copione. Chiedo a voi tutti di continuare ad avere fiducia, poiché chi governa, sia a livello federale che, regionale è consapevole di avere sulle spalle un’enorme responsabilità”.

Ma il governo e le autorità federali, da sole, non bastano, così come non bastano gli esperti. “Dipende anche da tutti noi” dice Steinmeier, “dalla nostra pazienza e dalla nostra disciplina, proprio ora, in un momento in cui questo ci pesa più che mai”.

Steinmeier esorta quindi le persone a non vivere le restrizioni che subiscono come imposte da una sorta di “mano di ferro”, perché siamo, lo ribadisce, “una democrazia vitale con cittadini responsabili, una democrazia in cui dobbiamo avere fiducia gli uni negli altri e nel buon senso di tutti e in cui ognuno ha un ruolo indispensabile, in ogni settore.

Cos’è la normalità?

Steinmeier parla a questo punto della normalità e si interroga su cosa voglia dire. “Qual è il significato di questo termine? Solo tornare il più rapidamente possibile alla routine di prima, alle vecchie abitudini? No, dopo il mondo sarà un altro. E come sarà? Dipende da noi”.

Il presidente esorta quindi tutti a mettere a frutto le esperienze, quelle buone e quelle cattive, che ognuno di noi sta vivendo quotidianamente in questa crisi ancora senza uscita. Individua poi il destino di tutti come qualcosa che si trova al di là di un bivio.

“Ci sono due direzioni che possiamo imboccare”, dice Steinmeier, “ognuno per sé, a gomitate, facendo incetta di provviste e cercando di mettersi in salvo” oppure facendo prevalere l’impegno e la responsabilità verso gli altri, magari incrementando una creatività che altrimenti non avremmo coltivato, la solidarietà per l’anziano vicino di casa che aiutiamo a fare la spesa e il rispetto per figure professionali come cassieri e fattorini, che rendono la nostra anormalità un po’ più normale.

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L’importanza della cooperazione

Steinmeier spera inoltre che dopo la crisi ci renderemo conto dell’importanza dei lavori imprescindibili e delle professioni sociali e che chi uscirà economicamente indenne dalla crisi aiuterà chi ne è stato maggiormente colpito a rimettersi in piedi.

“Cercheremo nel mondo la via d’uscita assieme o ricadremo nell’isolamento e nelle soluzioni unilaterali?” chiede Steinmeier, per poi estendere la solidarietà mondiale anche alla lotta contro il virus. “Dobbiamo condividere tutto il sapere, tutta la ricerca per trovare più rapidamente vaccini e terapie e fare in modo che, nel quadro di un’alleanza globale, vi abbiano accesso anche i Paesi più poveri, più vulnerabili” dice il presidente, e aggiunge “Questa pandemia non è una guerra. Non ci sono nazioni che combattono nazioni, soldati che combattono soldati. È un banco di prova per la nostra umanità”.

Possiamo dare il peggio o il meglio di noi

E poi, un passo fondamentale del suo discorso: “In questa pandemia la gente dà il peggio e il meglio di sé. Dimostriamoci a vicenda che possiamo essere il meglio di noi!”.
Steinmeier estende poi il concetto anche sul piano geopolitico, sostenendo la solidarietà europea. “La Germania non può uscire da questa crisi forte e sana se anche i nostri vicini non saranno anche loro forti e sani” dice, e aggiunge “questa bandiera blu non è qui per caso. A trent’anni dall’Unità tedesca, a settantacinque anni dalla fine della guerra noi tedeschi non siamo solo chiamati, siamo obbligati alla solidarietà”. E conclude: “Per la sopravvivenza degli altri le nostre azioni sono fondamentali”.

Una speranza per l futuro

Infine, una speranza per il futuro. “Dopo questa crisi saremo un’altra società. Non vogliamo diventare una società timorosa, diffidente. Possiamo, invece, essere una società con più fiducia, più rispetto e più ottimismo”.

Su questo, dice Steinmeier, “Il virus non ha potere. Qui decidiamo solo noi”.

E poi la conclusione: “Buona Pasqua, tanti auguri. E prendiamoci cura gli uni degli altri.

Il discorso completo del presidente Steinmeier

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